Considerata una delle Regioni italiane più ricche del Paese, in Lombardia per gli anziani – o quasi – è allarme povertà. Il 13% della popolazione over 55 vive infatti in condizioni di povertà.

Luci e ombre, soprattutto sulla solitudine

Secondo quanto emerge da una indagine svolta sugli anziani lombardi promossa da Spi Cgil Lombardia, Fnp Cisl Lombardia e Uilp Uil Lombardia che, in collaborazione con ARS – Associazione per la Ricerca Sociale di Milano, sono promotori dell’Osservatorio regionale sulla terza età, i dati lasciano poco spazio a interpretazioni. Il 13% degli over 55 lombardi (488.000 persone) vive in condizioni di povertà, 46 anziani su 100 invecchiano attivamente ma chi è solo e meno istruito si autoreclude senza stimoli sociali. Il 27% degli anziani chiede allo stato maggiori tutele e aiuti.

488mila anziani in Lombardia vivono in povertà

Un primo dato emerso dall’analisi è la presenza non marginale di una popolazione povera o relativamente povera, il cui reddito familiare netto non arriva a mille euro al mese. Parliamo del 13% degli intervistati over 55 (di cui il 7% vive da solo). Proiettati sulla popolazione lombarda, sono 488.000 persone, ma a questa condizione si associa anche un basso accesso ai servizi pubblici. Ma è la dimensione della solitudine che incide negativamente sulle condizioni di vita degli anziani: un terzo degli anziani lombardi vive da solo e, anche se tre quarti degli anziani esce di casa tutti i giorni, vi è un alto il numero degli anziani che vivono un’auto-reclusione domestica importante: se i numeri sono trascurabili fino ai 70 anni, oltre i 75 si toccano vette del 14%, cioè oltre 100 mila anziani lombardi confinati in casa, con evidenti bisogni di un aiuto continuo nelle funzioni di base della vita quotidiana.

Buona salute ma poco coinvolti

Gli anziani lombardi, dunque, si dimostrano piuttosto autonomi e generalmente in buona salute, ma un meno partecipi e coinvolti nella comunità locale. In particolare, il 72% esce di casa tutti i giorni ma, togliendo la necessità di andare a fare la spesa, solo una parte degli anziani è coinvolta in modo regolare in altre attività come volontariato, hobby, sport. La metà degli anziani intervistati frequenta un amico almeno una volta alla settimana, uno su cinque tutti i giorni. La rete amicale si dimostra essere una risorsa sempre più cruciale. Dall’analisi, è evidente che gli anziani che vivono con i familiari sono più attivi rispetto a chi vive solo: chi vive da solo, infatti, ha meno stimoli ad invecchiare attivamente, perché sconnesso da relazioni e opportunità. È, inoltre, più attivo chi ha un titolo di studio maggiore: ad esempio, al crescere del titolo di studio e dello status cresce anche la frequenza con cui gli anziani vanno in vacanza o passano weekend fuori casa (il 75% dei laureati viaggia ogni anno, contro il 19% di chi possiede il titolo elementare).

Sanita, gli anziani non usano i servizi

Dal report emerge inoltre come 6 anziani su 10 non hanno mai utilizzato servizi pubblici di diversa natura, dall’assistenza sociale ai centri diurni. A parte le attività riabilitative sociosanitarie – che registrano un utilizzo da parte del 17% degli anziani – tutti gli altri servizi proposti registrano tassi d’uso tra l’1 e il 5%. La sanità di prossimità è ancora molto lontana dal diventare una realtà concreta e funzionante. Ci sono ancora tantissimi servizi poco utilizzati ma che riscuotono alti livelli di interesse, come i servizi di teleassistenza, telesoccorso e di trasporto e accompagnamento fuori casa. Sono in particolare i giovani anziani ad esprimere un marcato interesse nei confronti delle applicazioni di welfare digitale.