Mancanza medici in Italia, sempre più si trasferiscono dal sud al nord. La Fondazione Gimbe lancia l’allarme, il Meridione perde 1000 dottori all’anno.
Mancanza medici in Italia, sempre più si trasferiscono dal sud al nord
AAA cercasi medici al sud. Sempre più giovani medici al nord e sempre meno al sud. Questo è l’allarme segnalato dalla Fondazione Gimbe. Un’analisi che preoccupa non poco, non solo per la diminuzione de medici nel meridione ma anche per molti pazienti che di conseguenza sono costretti a spostarsi verso il nord per le cure. Un vero e proprio esodo che secondo la Fondazione Gimbe è costato 14 miliardi di euro in dieci anni e che non sembra arrestarsi anche in vista dei laureandi pronti a diventare dottori. Tra i motivi diversi le borse di studio di specializzazione e anche il compenso dei giovani medici con le Regioni che possono decidere autonomamente. A lanciare l’allarme Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei Medici, che definisce una “concorrenza sleale” tra Regioni, in particolare nei reparti di urgenza, con i territori più ricchi che dovrebbero alzare la posta offrendo condizioni migliori. Il divario tra nord e sud è evidente sugli stipendi.
I motivi dell’esodo
Nel Meridione la media è di poco inferiore ai 3 mila euro, rispetto al nord che è più del doppio. L’esodo dei medici dal nord al sud ha portato una chiusura dal 2019 a un ritmo di quasi mille all’anno e se si guarda agli ultimi dieci anni i medici di famiglia mai rimpiazzati sono quasi 6mila, oltre il 10% dell’intera platea, una vera e propria desertificazione sanitaria. Ad affliggere il mondo della medicina c’è stato anche il periodo del Covid, dopo la pandemia durante la quale il contributo dei medici di famiglia è stato complicato anche per mancanza di strumenti. E così per tanti italiani che vivono al sud sta diventando sempre di più una vera e propria corsa a ostacoli trovare il proprio dottore di fiducia tra i 40 mila rimasti, con alcune zone del nord dove un dottore ad avere addirittura fino a 1800 pazienti.