Alzare l’età per la connessione a 16 anni dagli attuali 14. È questa la proposta presentata da Telefono Azzurro e contenuta in un pacchetto di misure che il Governo ha deciso di sostenere. Nello specifico, si chiede di rendere “invalidi” i contratti conclusi dai minori di sedici anni con i fornitori di servizi delle società dell’informazione ; obbligare i fornitori di servizi della società dell’informazione a chiedere la verifica, all’atto del perfezionamento del contratto, dell’età dell’utente; imitare il consenso al trattamento dei dati personali solamente ai maggiori di sedici anni; rafforzare il potere del Garante privacy in materia di sextorsion; otenziare il servizio del 114 introducendo il “Contatto di emergenza in App” e Introdurre l’educazione civica digitale e una nuova governance dell’agenda digitale dei bambini.

Età per la connessione a 16 anni dagli attuali 14. Cos’è, cosa prevede la proposta del governo

Per proteggere i più piccoli dalla rete si vuole innalzare l’età di ‘accesso libero’ dagli attuali 14 ai 16 anni. Tradotto in parole povere questo significa impossibilità di navigazione sotto questa soglia senza una autorizzazione parentale. Non solo: tale cambiamento si potrebbe tradurre in un cambio di regole e limiti per tutti i servizi connessi, social network e applicazioni in primis. Naturalmente aggirare l’ostacolo non è molto complesso dal momento che anche adesso un ragazzino di 10 anni può iscriversi a Facebook utilizzando una data di nascita falsa. Da qui, appunto, la necessità di una vera educazione digitale a partire dalle scuole. Telefono Azzurro, come spiegato dal presidente Ernesto Caffo, si pone come obiettivo «quello di sensibilizzare non solo l’opinione pubblica, ma anche i legislatori affinché adottino misure di maggiore tutela del minore che naviga sul web e utilizza i social network”. Il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci partecipando al convegno “Verso un’agenda digitale per l’infanzia e l’adolescenza” tenutosi a Roma nell’Aula dei Gruppi Parlamentari e organizzato appunto da Telefono Azzurro per celebrare il Safer Internet Day, la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete ha affermato: “La tutela dell’infanzia e dell’adolescenza rispetto al mondo digitale è certamente una priorità di questo Governo. Sono qui per portare la vicinanza del Governo a Telefono Azzurro, a tutti quegli operatori che sono impegnati in prima linea ed anche i volontari, nella difesa delle persone di minore età. Noi sosterremo le proposte che fa
in particolare il professor Caffo, che sono proposte assolutamente condivisibili”. Secondo Bellucci “ci deve essere una responsabilità e una consapevolezza della responsabilità a tutti i livelli: a livello istituzionale; a livello delle piattaforme che devono essere sempre più capaci di introdurre dei sistemi di misurazione dell’età; a livello della scuola che deve formare ed educare per fare in modo che le nuove generazioni che vivono in
un mondo digitale, che noi conosciamo molto poco, e al contempo reale al possano vedere in quel mondo un luogo delle opportunità
e non del malessere e della devianza”. Si è già detto come la metà dei ragazzi (51 percento) tra i 12 e i 18 anni passa dalle due alle tre ore al giorno sui social e chattando, il 14 percento dalle quattro alle sei ore al giorno, il 4 percento più di sei ore al giorno e infine il 3 percento è sempre connesso. Numeri importanti che certificano come un’azione di controllo e tutela dei minori nell’uso del web sia necessaria e urgente. Carla GarlattiAutorità garante per l’infanzia e l’adolescenza afferma: “Occorre garantire una navigazione sicura e assicurare i diritti dei minorenni connessi all’uso della rete”. In particolare, Garlatti propone  “a livello normativo l’introduzione di una sorta Spid per minori per la verifica dell’età di accesso alle app e ai social” e ritiene sia ncessario “arginare, anche attraverso la co-regolazione con i provider, la sovraesposizione online dei minorenni”.