Cachet Benigni Sanremo 2023. Ogni volta che Roberto Benigni calca il palco dell’Ariston si accendono polemiche relative al suo cachet. Anche il 2023 non fa eccezione. Il regista de “La vita è bella” ha aperto la prima serata del Festival di Sanremo con un monologo e in molti si chiedono quanto abbia guadagnato per il suo intervento.
Cachet Benigni Sanremo 2023
La Rai non ha reso noto il compenso che ha percepito l’attore, ma il direttore di Rai 1 Stefano Coletta nel corso della conferenza stampa ha sottolineato che lo stipendio del comico sarà “di gran lunga inferiore ai 300mila euro della passata partecipazione come ospite”.
Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi sul piede di guerra
“La Rai deve rendere pubblico quanto percepirà Roberto Benigni per il suo intervento al Festival di Sanremo” ha dichiarato ieri l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi. “Siamo pronti a presentare una formale istanza d’accesso all’azienda e un esposto alla Corte dei Conti per conoscere i dettagli sul contratto tra la rete e il comico toscano“, si legge ancora nella loro nota. L’Associazione ha fatto sapere che non si fermerà davanti a un rifiuto: “Se non otterremo risposta siamo pronti a presentare una formale istanza d’accesso alla Rai e una segnalazione alla Corte dei Conti”. Infine la stoccata: “Per leggere la Costituzione non serve Benigni, e i cittadini possono provvedere anche da soli, acquistandone una copia a pochi euro”.
Cosa ha detto Benigni durante il suo monologo?
“Qui è tutto nuovo, anche l’Ariston, sembra uscito dalla fabbrica ora, ho sentito che in gara ci sono tanti cantanti giovani, poi c’è il presidente della Repubblica, per la prima volta, anche questa è una novità”. Così Roberto Benigni sul palco dell’Ariston nell’apertura della prima serata dell’edizione 2023. “Lei – ha detto Benigni rivolto a Mattarella – è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo“, ha scherzato Benigni.
Poi, il discorso di Benigni si è rivolto alla Costituzione: “Quest’edizione è particolare perché cade nel 75° anniversario della Costituzione, e la Costituzione è legatissima con l’arte, la Costituzione è un’opera d’arte e ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, perché butta all’aria l’oppressione e la violenza che c’era prima, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore. È un sogno fabbricato da uomini svegli, ed è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo“.
L’attore toscano ha poi rivolto un pensiero a chi la Costituzione l’ha scritta: “I padri e le madri costituenti hanno lasciato l’ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà”.
Roberto Benigni rivolgendosi nuovamente al Presidente Mattarella ha detto: “Tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella che è il padre del Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella”.
Spero vi rendiate conto che la polemica avanzata solo sul compenso di Benigni, e non degli altri attori, è un mal celato intento di colpire chi non concorda con i principi richiamati dalla Costituzione. Ai “bei tempi” avrebbero fatto portare via Benigni da una squadra di baldi e vigorosi giovanotti.
Ma come si fa a non concordare con richiami alla pace, all’unità, alla libertà, al rispetto di tutto e tutti, oltretutto espressi in allegria, senza minacce, insulti ed odio per avversari ! Le parole di Benigni dovrebbero essere patrimonio di tutti senza alcuna colorazione politica.