Sergio Mattarella apre, Volodymyr Zalensky chiude il Festival di Sanremo. La notizia che il presidente della Repubblica assisterà all’apertura del Festival della canzone a Sanremo per la prima volta nella storia ha suscitato grande clamore, tanto da aprire tutte le prime pagine dei siti di informazione. Dal Quirinale chiariscono le ragioni della scelta: quest’anno è il 75esimo anniversario della Costituzione italiana e il presidente Mattarella vuole partecipare ad alcune iniziative. Anche Sanremo dedicherà uno spazio all’evento: ad aprire la kermesse canora sarà Roberto Benigni che leggerà un testo della Carta mentre Gianni Morandi canterà l’Inno di Mameli. Sembrava giusto – visto che la Costituzione parla di cultura – fare anche un omaggio alla cultura, non solo alla cultura alta ma anche alla cultura popolare. Sicuramente Sanremo è il festival della cultura popolare e la presenza del Capo dello Stato è dunque una attestazione di questo grande evento che interessa gran parte del paese.
Ma non c’è soltanto questo: con la sua presenza il capo dello stato Sergio Mattarella ha inteso ribadire la storica vicinanza dell’Italia all’Ucraina, vicinanza che nelle ultime settimane proprio a causa delle polemiche scatenatesi per la presenza di Zalensky a Sanremo (seppur in video), qualcuno ha inteso voler mettere in discussione. Ecco perché la presenza del capo dello stato in apertura a Sanremo (con Zalensky in messaggio nella serata di chiusura) diventa anche un modo per rassicurare l’Ucraina e tutto l’Occidente sul posizionamento dell’Italia.
Un modo da parte del Capo dello stato per fugare i molti dubbi e le tante polemiche che nei giorni scorsi hanno spaccato il belpaese con buona parte dell’opinione pubblica e delle forze politiche persino all’interno della maggioranza di governo sempre più tiepide per non dire contrarie all’invio delle armi in un Ucraina. Ma quando bisogna rimettere al centro l’interesse dell’Italia Mattarella c’è.