LAURA MARZADORI PRIMO VIOLINO – Il primo violino del più importante teatro lirico del mondo ha 34 anni e si chiama Laura Marzadori. Ha rotto ogni tabù, avviando anche la carriera di influenze: “Con le mie foto le ragazze si sentono più libere. A 16 anni mangiavo una mela al giorno, sono finita in cura. Sala bloccò Gergiev, ma io l’avrei fatto suonare“.
In un ambiente che vede ancora poche donne nei ruoli importanti, Laura Marzadori sta cercando di posizionarsi.
Tra i suoi nobili predecessori c’è Franco Fantini, che nel 1946 suonò con il frac prestatogli da Toscanini. La Marzadori invece, bolognese di 34 anni, è una giovane talentuosissima.
Laura Marzadori primo violino da quando aveva 25 anni
“All’inizio non è stato capito“, con questa frase il primo violino si riferisce al suo lato da influenzer, che a La Scala non è stato preso poi così tanto bene. Addirittura si dice che l’ex Presidente della Fondazione fosse praticamente sotto choc: “Nomi non ne farò, ma parliamo di critiche fini a sé stesse. Ci sono mondi aperti; altri in cui raccontarsi è ancora giustificabile, volgare. Ma negli ultimi tempi è cambiato molto. In altre orchestre europee ci sono già giovani con i profili vivaci. C’è una fetta di pubblico che va a vedere i Berliner anche per quello…“.
La Marzadori è primo violino da quando aveva 25 anni: “Arrivavo dai concorsi solistici: altre tensioni. Qui se qualcosa non va ne rispondi in prima persona, anche se le colpe non sono tue. Non basta esibirsi bene, devi anche correggere gli altri, guidarli“.
Per una donna non è mai facile farsi seguire, ma in molte, con la tigna e la grinta come lei ci riescono: “I primi mesi sono stati difficili. Ho capito che fare troppo è controproducente. Devi essere trasparente. I miei colleghi volevano una figura di riferimento, anche umana. C’è stato un atto di fiducia“.
Gli incontri con vari direttori d’orchestra di livello
I direttori d’orchestra di altissimo livello con cui lei ha lavorato sono molti, uno su tutti il milanese Riccardo Chailly: “C’è voluto un po’ di tempo perché ci trovassimo. Non che non ci fosse sintonia: forse non si aspettava di trovare in quel ruolo una ragazza così giovane, ma ora si è aperto, c’è affetto“.
A volerla alla Scala di Milano fu l’argentino Daniel Barenboim. Quest’ultimo venne accusato di essere un ‘tiranno’: “Un genio. Oggi bisogna stare attentissimi a tutto ciò che si dice. Da una parte è un bene, ma a volte c’è troppa ipocrisia. Le orchestre però vanno tenute in mano, anche se ho visto direttori dall’emotività prorompente. Ad esempio Chung, molto diretto. Alla fine di un concerto lo raggiunsi nel camerino. Ripeteva: ‘Qui non funziona niente’“.
Su Daniele Gatti ha invece affermato: “Un signore. Dopo una prova piangeva per la commozione“.
Il ruolo della donna e Beatrice Venezi
Da quanto dice, Laura non è mai stata diretta da una donna: “Raramente… non ne ricordo i nomi“. E questo la dice lunga sui temi di cui si parla molto oggi: “Siamo ancora indietro“.
In Italia c’è Beatrice Venezi, Direttrice d’Orchestra lucchese che si è diplomata presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano con il massimo dei voti cum laude sotto la guida del M° Vittorio Parisi: “Mai conosciuta. Quando nel 2021 andò a Sanremo, si soffermò su un dettaglio: farsi chiamare direttore o direttrice. C’era il Covid, mi lasciò perplessa“. Tuttavia oggi la Venezi è consulente del Ministro della Cultura: “Non sono prevenuta, vediamo cosa farà“.
Alla domanda riguardante se avesse ricevuto molestie, Laura Marzadori ha chiarito: “Mai. È un tema delicato. Riuscire a capire una donna a cui è stato provocata una cosa simile è impossibile, ma tirare fuori accuse a distanza di anni è delicato. Uno si fa delle domande“.