I percettori del Reddito di cittadinanza dovranno seguire i corsi di formazione. Non si tratta di una scelta, ma bensì, di un obbligo, pena la decadenza dal diritto al sussidio.

Nel 2023 è stata introdotta la figura dei percettori “occupabili” e la riduzione nella progressività dell’erogazione del beneficio passata da 18 a 7 mensilità.

Infine, è stato introdotto l’obbligo della frequenza di un percorso formativo o riqualificazione professionale della durata di almeno 6 mesi. Piccoli correttivi in vista di una sostituzione totale dell’ammortizzatore sociale fissata nel 2024.

Reddito di cittadinanza e corsi di formazione 2023: causa e conseguenze

Le nuove disposizioni contenute nella legge di Bilancio 2022 per il Reddito di cittadinanza prevedono l’erogazione di un beneficio economico massimo di 7 mesi, ma solo per una specifica fascia di fruitori del sussidio.  

L’introduzione della distinzione tra persone occupabili o meno rispecchia in pieno la gerarchia dei nuovi obblighi.  Il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha rilevato un numero di 404.000 nuclei familiari occupabili.

In teoria, le Regioni avranno il compito di comunicare all’ANPAL, i nominativi dei fruitori del sussidio che rispettano le regole normative circa l’obbligo di frequenza.

I percettori del RdC con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, se non risultano occupati o pensionati, sono obbligati all’adesione di un corso di formazione o riqualificazione lavorativa.

Coloro che non sono considerarti occupabili o abili al lavoro, possono godere del sussidio integralmente, senza decurtazioni sulle mensilità.

Nello specifico, la norma si riferisce a specifiche condizioni riguardanti il nucleo familiare. Infatti, sono esclusi dalla frequenza coloro che frequentano un corso di studi o fragili con disabilità. E, ancora, non sono chiamati al rispetto delle regole i nuclei familiari composti da minori, disabili e over 60.

Quando non si ha diritto al RDC?

Il legislatore per il 2023 ha previsto una riduzione dell’erogazione delle mensilità passate da 18 a 7. In sostanza, il Ministro ha spiegato la presenza di 7 mensilità intese con una forma mobile considerando una o più circostanze.

Ad esempio, se Tizio riceve la prima erogazione del sussidio nel mese di gennaio 2023, non avrà diritto alle 18 mensilità, ma bensì, all’applicazione del nuovo regime che porta a 7 mensilità, per cui riceverà la ricarica fino a luglio 2023

Se, Caio riceve la prima erogazione del sussidio nel mese di febbraio 2023, riceverà la ricarica dell’importo spettante fino ad agosto 2023.

Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro, che ricevono meno mensilità coloro che ottengono il beneficio nel mese di settembre, in quanto, non avranno diritto a sette mensilità, ma percepiranno l’erogazione del contributo spettante, fino alla fine dell’anno.

Questo, perché, dal 1° gennaio 2024 la misura dovrebbe essere sostituita con un altro ammortizzatore sociale, di cui sappiamo poco o nulla.

Per quale motivo viene revocato il Reddito di cittadinanza

Nel 2023 sono stati introdotti i primi correttivi che rimodulano non solo l’erogazione del contributo spettante, ma anche la revoca del diritto in presenza di una o più condizioni.

 È facilmente intuibile, infatti, che coloro che rifiutano l’offerta di lavoro, perdono il diritto al sussidio. In altre parole, non ci sarà la seconda offerta di lavoro per decadere dal beneficio economico.

Per rafforzare il piano d’inserimento lavorativo è stato introdotto l’obbligo di formazione o riqualificazione professionale, della durata minima di 6 mesi.

In teoria, le Regioni avranno il compito di comunicare all’ANPAL, i nominativi dei fruitori del sussidio che rispettano le regole normative circa l’obbligo di frequenza. In sostanza, le Regioni dovranno segnalare coloro che non rispettato tale requisito, così da far attivare nell’immediato la decadenza del beneficio.

Tuttavia, nella prassi la carenza dell’applicazione della norma riguarda l’obbligo formativo. Non sono stati ancora avviati i percorsi formativi.

Nella peggiore delle ipotesi, se il percettore del sussidio non potrà aderire ai progetti formativi, per assenza di quest’ultimi, cade l’obbligo formativo, per cui la norma è scritta, ma difatti, non trova la sua applicazione.

In altre parole, i percettori potranno ricevere la ricarica RdC tranquillamente fino allo scadere delle 7 mensilità, senza correre il rischio d’inciampare nella perdita del beneficio.

Nel merito della faccenda, il ministro Calderone ha parlato dell’osserva di tempi “tecnici”, per cui tra breve dovrebbero essere attivati i percorsi formativi per i fruitori del Reddito di cittadinanza per l’inserimento nel mondo del lavoro.

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