Assunzioni ministero Giustizia, oltre 10.000 posti nel 2023: tutti i concorsi in arrivo. Migliaia di posti al ministero della Giustizia con la spinta del Piano nazionale d ripresa e resilienza (Pnrr): tra nuovi reclutati e personale da stabilizzare, per l’anno in corso si prevedono oltre 10.000 nuove assunzioni nel comparto, dagli uffici di via Arenula fino ai tribunali. Intanto, è stato già pubblicato il bando di concorso per reclutare 791 nuove unità di personale con scadenza per la presentazione della domanda di candidatura fissata a febbraio. La nuova fase di reclutamento va a coprire carenze di personale generalizzate che segnalano buchi nell’organico anche del 25%, in particolare nel comparto del personale amministrativo. Leggiamo quali sono i nuovi bandi di concorso e le stabilizzazioni, in particolare dell’Ufficio per il processo, previsti per il 2023 al ministero della Giustizia.

Assunzioni ministero Giustizia, oltre 10.000 posti nel 2023: ecco i concorsi in arrivo

Partendo dai bandi di concorso, il 2023 è iniziato con il nuovo reclutamento di 791 unità di personale non dirigenziale da assumere a tempo indeterminato per l’Area funzionari dei ruoli del ministero della Giustizia. Dei posti a disposizione, 360 riguardano il profilo di funzionario della professionalità pedagogica, 413 quelli del servizio sociale e 18 posti sono per i conservatori, da assumere per l’Ufficio centrale archivi notarili. Il bando è uscito nello scorso mese di gennaio e la scadenza per la presentazione della domanda di candidatura è fissata per le ore 23:59 di lunedì 13 febbraio 2023. Il bando è disponibile sul portale InPa dove sono riportate tutte le specifiche della candidatura, delle prove e dei profili ricercati. Si tratta, in ogni modo, del primo concorso previsto per il nuovo anno, gli altri arriveranno nel corso del 2023. Posti che si aggiungeranno a quelli stimati per le stabilizzazioni, anche questi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: in particolare, si fa riferimento agli operatori giudiziari e alle unità dell’Ufficio per il processo.

Stabilizzazioni operatori giudiziari e Ufficio per il processo

Numerose le stabilizzazioni di personale previste per il 2023 al ministero della Giustizia e nei tribunali. Il ministro Carlo Nordio aveva pubblicato lo scorso 11 novembre, un decreto che dava avvio alle procedure di stabilizzazione di 1.200 operatori giudiziari. Le relative assunzioni avverranno a tempo indeterminato per la qualifica non dirigenziale: si tratta dei ruoli dell’amministrazione giudiziaria nella seconda area funzionale, di fascia economica F1. Anche questi posti sono previsti nell’ambito della riforma della Giustizia prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare secondo quanto prevede l’articolo 17 ter del decreto legge numero 19 del 2022, recante proprio le misure urgenti per l’attuazione del Pnrr. A tal proposito, il 20 dicembre 2022 erano stati già pubblicati gli elenchi dei candidati, nei quali si evidenziava che 799 operatori avevano maturato i requisiti richiesti, mentre 95 operatori li avrebbero maturati e 181 non li avevano maturato. Tra le candidature, 5 sono state escluse con riserva mentre un paio sono state le domande dichiarate non ammissibili. L’ultimo aggiornamento, risalente al 31 gennaio scorso, ha provveduto a escludere 5 candidati dalla procedura di stabilizzazione. Tra i passaggi al contratto a tempo indeterminato, vi è il lungo elenco anche degli operatori dell’Ufficio per il processo. In questo ambito, si tratta di 8mila candidati che hanno superato il concorso per prendere posto tra il personale di sostegno dei magistrati. Anche questo istituto è stato finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si cercherà di arrivare alla stabilizzazione di tutte le unità che, attualmente, sono assunte con contratto a tempo determinato, secondo quanto aveva spiegato recentemente il sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Ostellari. Ad oggi, le carenze del ministero della Giustizia riguardano soprattutto il personale amministrativo, con il 25,11% dei personale mancante, e i magistrati, i cui buchi nei ranghi della Pubblica amministrazione riguardano il 13,7% dei posti. Una situazione, quest’ultima, destinata a peggiorare data l’elevata età dei dipendenti pubblici.