Safer Internat Day 2023, nona edizione: a che punto siamo rispetto agli altri Paesi del mondo? L’appuntamento annuale, organizzato a livello internazionale in collaborazione con la Commissione Europea, ha l’obiettivo di promuovere un uso più sicuro delle tecnologie, in particolare tra i bambini e i giovani di tutto il mondo. L’evento, diventato un riferimento importante anche in altri 100 Paesi del mondo, è un’occasione per riflettere sulla consapevolezza digitale. Gli iperconnessi, nel 2023, sono il 47% dei giovani, si tratta di un numero inferiore rispetto al 2022 e al 2021, non siamo ancora ai livelli pre-Covid quando erano il 30% della popolazione. Quali sono le opportunità e i rischi della rete? Sono aumentati o diminuiti? Ne abbiamo parlato con Barbara Volpi, ad Open Day, su Radio Cusano Campus.
Safer Internet Day 2023: “C’è grande attenzione ai social e grande voglia di imparare a fare cose senza“
Safer Internet Day 2023: “Il 30% dei bambini italiani dispone di un telefono perché la famiglia non può essere presente. La funzione del dispositivo è di tranquillizzare i piccoli, ma il rischio è che da grandi non sappiamo regolare le emozioni – ha osservato la professoressa Barbara Volpi, ad Open Day, su Radio Cusano Campus – la scuola ha un grande ruolo: deve far entrare il digitale, e non tenerlo fuori. Gli adulti sono ancora poco consapevoli dei rischi. Facciamo appello alle linee guida nazionali ed internazionali che esistono e sono ancora poco conosciute I giovani usano i telefoni, e le app, perché non sanno rilassarsi. Da un lato c’è una grande attenzione nell’uso dei social, dall’altro una grande sensibilità e desiderio di essere ascoltati e aiutati a fare cose senza internet: dobbiamo unirci nell’obiettivo.”
I rischi della rete
Il Safer Internet Day, alla sua nona edizione, vuole sensibilizzare i bambini e i giovani ad usare le tecnologie in maniera consapevole. Imparare a stare in rete non è cadere nella rete, con tutte le scarpe, come accade a tanti. “Il digitale aumenta la curiosità, ma può amplificare un disagio esistenziale penso ai disturbi alimentari ad esempio, pertanto è necessario attuare un grande patto educativo scuola-famiglia, a partire dalle scuole dell’infanzia, formare in maniera forte i docenti e i genitori su quelle che sono le indicazioni base della rete. Gli adulti devono essere una guida comportamentale rispetto alle tante azioni istintive dei giovani – ha sottolineato Barbara Volpi – in futuro faremo i conti con l’Intelligenza Artificiale che ad oggi non ha sostituto l’empatia, la sintonia, le informazioni vere da quelle false.”