“Bisogna partire da un concetto: la denatalità è una vera e propria emergenza sanitaria. Siamo appena usciti da un’emergenza dovuta alla pandemia da Sars-cov-19 e siamo dentro in pieno in una nuova emergenza sanitaria”, così il dr. Marcello Napolitano, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neonatologia (SIN), intervenuto a “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia Tv.
Napolitano (SIN): “Il governo affronti l’emergenza della denatalità”
Le nascite, in Italia, continuano a diminuire e la tendenza è stata confermata anche dall’ultima rilevazione Istat.
“Noi siamo un Paese scientificamente avanzato – continua Napolitano – dove abbiamo una delle mortalità più basse del mondo per la neonatologia e le cure che vengono fornite. Però non considerando la denatalità un’emergenza sanitaria non siamo ancora stato in grado di mettere in atto dei percorsi di correzione del Welfare soprattutto che possono dare maggiore serenità alla coppia genitoriale, cioè alla coppia che in futuro vorrà diventare genitore. Noi speriamo che venga affrontato in questo governo dove c’è un ministero, oltre quello della Sanità, c’è un ministro alle Pari opportunità con una delega proprio alla natalità, la ministra Roccella. Sperando che, anche sfruttando le risorse del Pnrr, si possa considerare la denatalità un’emergenza sanitaria e mettere in atto qualcosa che possa veramente dare una svolta al nostro Paese”.
Anche il numero di donne italiane tra i 15 e i 49 anni (la fascia di età considerata fertile) è in diminuzione costante.
“Non solo c’è un calo della natalità che ci porterà per la prima volta nel 2022 sotto i 400mila nati – spiega il dottore – ma ci sono da considerare anche altri due aspetti da un punto di vista sociale. L’età media delle donne al primo figlio è particolarmente elevata, perché siamo a 32 anni, e questa non significa che non si vuole fare figli. Ma noi perdiamo chiaramente quell’età in cui le donne biologicamente sono più fertili e ci porta a una condizione paradossale in cui si ricorre più facilmente alla procreazione medicalmente assistita”.
A partire dagli anni Duemila l’immigrazione, con l’ingresso di popolazione giovane, ha parzialmente contenuto gli effetti del calo delle nascite, ma questo apporto positivo sta lentamente perdendo efficacia, man mano che invecchia anche la popolazione straniera residente
“Il nostro tasso di fertilità è il più basso d’Europa. Paradossalmente anche nelle Regioni del Sud. La Campania, la Sicilia, sono insieme alla Liguria fra le regioni che hanno sofferto di più il calo delle nascite. Di questi 400mila bambini il 21% hanno come madre o come genitore un cittadino straniero ma la cosa ancora più paradossale è che se andiamo a vedere i numeri, spulciandoli bene, sono diminuiti anche i figli di genitori stranieri nel nostro Paese. E sono diminuiti di 20mila unità, di tanto. Quindi è un problema che riguarda tutti”, conclude il Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli.