Accadde oggi, 7 febbraio 1497: Savonarola e il Falò delle vanità. Il Falò delle vanità si verificò 526 anni fa quando, dopo la cacciata dei Medici, i seguaci del frate domenicano Girolamo Savonarola sequestrarono e bruciarono pubblicamente migliaia di oggetti nella città di Firenze, durante la festa carnascialesca del “martedì grasso”.
Accadde oggi, 7 febbraio 1497: Savonarola e il Falò delle vanità
L’obiettivo di questo Falò delle vanità, di questa furia distruttiva, era l’eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità; compresi articoli voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, e anche strumenti musicali.
Altri bersagli del Falò delle vanità e la descrizione del Vasari
Altri bersagli comprendevano i cosiddetti “libri immorali”, ovvero: manoscritti contenenti canzoni “secolari” o “profane” e dipinti. Tra i vari oggetti distrutti nel Falò delle vanità ci furono anche alcuni dipinti originali che trattavano temi della mitologia classica. Il famoso pittore Giorgio Vasari descrisse così il rogo: “Il carnovale seguente, che era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa et altre legne, e la sera del martedì per antico costume arderle queste con balli amorosi… si condusse a quel luogo tante pitture e sculture ignude molte di mano di maestri eccellenti, e parimente libri, liuti e canzonieri che fu danno grandissimo, ma particolare della pittura, dove Baccio portò tutto lo studio de’ disegni che egli aveva fatto degli ignudi, e lo imitò anche Lorenzo di Credi e molti altri, che avevon nome di piagnoni”.
Chi fu Girolamo Savonarola
Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola, nato a Ferrara il 21 settembre del 1452 e morto a Firenze il 23 maggio del 1498, fu un religioso, un politico e un predicatore italiano. Appartenente all’ordine domenicano, Savonarola profetizzò sciagure per Firenze e per l’Italia propugnando un modello di governo popolare allargato per la Repubblica fiorentina instauratasi dopo la cacciata dei Medici.
La scomunica e la condanna a morte di Savonarola
Nel 1497, Girolamo Savonarola venne scomunicato da Papa Alessandro VI; l’anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo con la seguente motivazione: “Un eretico, scismatico che ha predicato cose nuove”. Le sue opere furono inserite nel 1559 nell’Indice dei “libri proibiti”. Gli scritti di Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa cattolica nei secoli successivi fino a essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia. La causa della beatificazione di Girolamo Savonarola è stata avviata il 30 maggio 1997 dall’arcidiocesi di Firenze. Oggi Savonarola è considerato dalla Chiesa “Servo di Dio” (nella foto: un nuovo busto in terracotta policroma di Savonarola attribuito a Marco della Robbia, poi Fra Mattia e risalente alla fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Quest’opera inedita si trova nel convento di San Marco a Firenze).
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 20 alle 21.30. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 23.00 del martedi.