Shock anafilattico sintomi. Perché proprio oggi abbiamo deciso di parlarvi di sintomi, cause e cosa fare in caso di shock anafilattico? Nelle ultime ore sono stati ben due i casi di morte proprio per anafilassi. Il primo caso riguarda il 34enne Matteo Baldissera, morto il 5 febbraio per una grave reazione allergica che si è rivelata fatale. Il ragazzo era tra le strade della Borgata di Cima Sappada per assistere ai tradizionali festeggiamenti del Carnevale quando ha accusato un malore. L’uomo aveva iniziato ad avvertire dei sintomi di malessere poco dopo aver pranzato: probabilmente aveva mangiato del cibo che conteneva farina di mais e formaggio, di cui era allergico.

Era una persona molto riservata. Conviveva con la compagna proprio sopra il mio appartamento, in via Ciro di Pers, zona via Grazzano, accanto al parco Baden Powell. Siamo tutti parenti nel palazzo. Ci frequentavamo per andare a giocare a calcetto oppure per fare una corsa in bici. Da piccoli giocavamo spessissimo a calcio con lui, il fratello e altri bambini, al parco. Mai una parola di troppo, mai sopra le righe, sempre disponibile. Era dolce e gentile, come il fratello Fabio, la mamma Paola e il papà Giovanni, tutti abitanti nello stesso stabile”, ha ricordato uno dei suoi amici.

Oggi, 6 febbraio, invece è morta una ragazza allergica al latte che aveva mangiato un tiramisù dichiarato vegano. I fatti risalgono allo scorso 26 gennaio, quando la ventenne era a cena in un ristorante del centro di Milano con il suo compagno: un locale frequentato per le sue specialità vegane e in cui la coppia era già stata. Al momento del dolce la vittima ha deciso di ordinare un tiramisù vegano, che le ha provocato un shock anafilattico. Inutili i soccorsi e la corsa al San Raffaele, dove la giovane è morta dopo dieci giorni di ricovero e di coma.

Shock anafilattico: sintomi e cause

“L’allergia, per definizione, non è dose-dipendente, quindi non è collegata alla quantità che si ingerisce”, ha dichiarato Mario Di Giocchino, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica, in una intervista a La Repubblica. Ciò vuol dire che a chi è allergico agli alimenti può bastare anche una piccola quantità del cibo incriminato per avere uno shock anafilattico. Ecco comunque tutte le cause possibili per uno shock anafilattico:

  • Farmaci (come la penicillina)
  • Punture di insetti e veleni di animali
  • Alcuni alimenti (in particolare uova, frutti di mare e frutta a guscio)
  • Lattice

Le reazioni anafilattiche appaiono entro 15 minuti dall’esposizione all’allergene. Difficilmente le reazioni arrivano dopo un’ora. I sintomi possono essere lievi o gravi, tuttavia i sintomi sono sempre gli stessi: i battiti cardiaci aumentano, la pressione arteriosa si abbassa causando svenimenti, avvengono capogiri, tosse, pelle arrossata, starnuti, secrezione nasale, angioedema e orticaria. Senza dimenticare vomito, nausea, diarrea e crampi addominali.

Una anafilassi grave può essere fatale, a meno che non venga somministrato in maniera rapida un trattamento di urgenza. Cosa fare allora?

Come curare uno shock anafilattico

Lo shock anafilattico richiede una iniezione di adrenalina ed un intervento di pronto soccorso. In ogni caso è necessario chiamare immediatamente una ambulanza e andare subito al pronto soccorso. Se lo shock anafilattico non viene trattato immediatamente, può essere mortale, come nei due casi sopra citati. L’adrenalina rappresenta il farmaco salvavita e deve avere un ruolo centrale nel trattamento acuto dell’anafilassi.

Come riporta ISSalute, il portale innovativo realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), questi sono i consigli per curare uno shock anafilattico in maniera tempestiva:

  • chiamare immediatamente il 118, chiedendo l’invio di un’ambulanza
  • distendere la persona con la pancia in alto (supina), a meno che non sia in stato di incoscienza, in stato di gravidanza o con difficoltà respiratorie
  • rimuovere con attenzione qualsiasi causa scatenante, ad esempio il pungiglione di un’ape
  • usare un auto-iniettore di adrenalina, se disponibile e si è in grado di usarlo correttamente
  • somministrare un’altra iniezione di adrenalina dopo 5-15 minuti, se i disturbi (sintomi) non migliorano ed è disponibile un secondo autoiniettore del farmaco