Le precedenti stagioni di Formula 1 per Valtteri Bottas si sono rivelate più difficili del previsto. Non tanto dal punto di vista di prestazioni – comunque una buona seconda guida in Mercedes dietro all’ombra di Lewis Hamilton – ma rispetto alla gestione psicofisica della situazione. In una lunga intervista rilasciata ad un programma finlandese guidato da Maria Veitola, Bottas ha parlato delle difficoltà che ha dovuto superare in passato, a causa della sua ossessione di essere nel circus: “Mi allenavo al dolore, fisicamente e mentalmente, ma la cosa mi è sfuggita di mano ed è diventata una dipendenza. Non mi è stato diagnosticato ufficialmente alcun disturbo alimentare, ma era sicuramente presente. Non era molto salutare volevo essere il migliore e pensavo di dover fare così. Se il team diceva che dovevo pesare 68 chili e io naturalmente ne peso 73, allora facevo di tutto.

Bottas e l’ossessione per la Formula 1: “Ho avuto bisogno di uno psicologo”

Il finlandese ha quindi aggiunto che ha avuto bisogno di aiuto per superare la sua situazione, fino al pilota – maturo – che è oggi, alla guida dell’Alfa Romeo tornata in F1 dopo diversi anni di assenza: “Ho avuto bisogno di uno psicologo che mi aiutasse a riprendermi e la sua prima valutazione di me è stata che sono quasi come un robot, che vuole solo raggiungere il suo obiettivo e non ha alcun sentimento. Mi ha sconcertato. Ma è vero che in quel momento non avevo altra vita che non fosse la F1.”

Quindi, ha chiosato parlando di quello che è successo subito dopo aver saputo che avrebbe salutato definitivamente la Mercedes: “Quella stagione è stata difficile, c’era il futuro in gioco e non sapevo per quale squadra avrei guidato. Era un momento importante nel quale chiedere un aiuto esterno.”

Nel frattempo, il finlandese è pronto per una nuova stagione in F1.