E’ la settimana delle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia. Le urne per rinnovare le due amministrazioni saranno aperte domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15. I candidati tentano gli ultimi colpi per conquistare il voto degli incerti e convincere i più scettici a ad andare a votare (alle politiche del 2022 ha votato quasi il 64% degli aventi diritto). Nel Lazio il clima è sempre più incandescente e in ogni occasione di confronto la miccia si accende sempre. Per il Pd, alleato con il Terzo Polo, si candida Alessio D’Amato, assessore alla Sanità dell’ex Governatore Zingaretti, per il centro destra Francesco Rocca e per il M5S, che viaggia da solo, Donatella Bianchi.
Alessio D’Amato, candidato Pd: lo smemorato che oggi “denigra” l’Unicusano
Nonostante l’apparente contegno tenuto dai tre candidati durante gli incontri televisivi degli ultimi giorni, non mancano frecciate, domande pretestuose, allusioni e colpi bassi. Come quando Donatella Bianchi, su SkyTg24, chiede a D’Amato se si senta a disagio per essere stato condannato dalla Corte dei Conti a restituire 275mila euro di fondi pubblici. Secondo i giudici, i soldi sarebbero stati indebitamente usati tra il 2005 e il 2008 a fini politici, quando D’Amato aveva ricevuto 275mila euro di fondi regionali per la Fondazione Italia Amazzonia Onlus, di cui era presidente e li avrebbe trasferiti all’associazione Rosso-Verde che lo sosteneva come consigliere regionale. L’ormai quasi ex assessore alla Sanità risponde così:
“Nessun disagio, sono molto sereno. C’è un appello che affronterò con tranquillità. Mia madre dice sempre: ‘Male non fare paura non avere.’ Non ho problemi. Mi sorprende che venga sollevato ora perché non è mai stato sollevato in Giunta, visto che governiamo insieme nel Lazio, o da Conte. Comunque sono da sempre garantista, siamo in uno stato di diritto. tenderò serenamente l’appello”.
Della serie, come la giustizia prevede, sono al primo grado di giudizio, me ne mancano ancora due, quindi, fino alla Cassazione, sono innocente. Ragionamento che vale solo per D’Amato che con se stesso si appella al garantismo e con gli altri, a piacimento e soprattutto quando gli conviene, diventa giustizialista. Come quando utilizza l’Università Niccolò Cusano e il suo fondatore Stefano Bandecchi per colpire il rivale politico Rocca in modo falso, sleale e ingannevole. Bandecchi è il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare che sostiene, nel Lazio e in Lombardia, il centro destra. Sempre su SkyTg24 D’Amato rivolgendosi all’ex presidente della Croce Rossa Italiana dice: “Non ti chiedo dell’Unicusano e di Bandecchi ma ti faccio una domanda sul programma”. Alludendo a chissà quale vicenda losca e disonesta abbia coinvolto l’Ateneo e Bandecchi. Il presidente del CdA non è al momento rinviato a giudizio e il fatto è nella fase iniziale (l’Unicusano è al centro di un’indagine della Guardia di Finanza che contesta l’errata applicazione di un’aliquota fiscale e la presunta conseguente evasione). Perché allora, come un disco rotto, in ogni occasione d’Amato nomina l’Università Niccolò Cusano chiedendo continuamente spiegazioni a Rocca, che tra l’atro ha restituito i 10mila euro erogati dall’Università per la sostenere la campagna elettorale? Ma non era garantista?
D’Amato all’Università Niccolò Cusano nel 2020: “Complimenti”
Eppure per saperne di più D’Amato potrebbe chiedere spiegazioni direttamente all’Unicusano e a Stefano Bandecchi: i contatti tra le parti sono stati sotto gli occhi di tutti. E sul web restano le tracce. L’assessore alla Sanità alla Regione Lazio durante la pandemia si è complimentato per le misure di prevenzione anti-covid messe in atto dall’Ateneo a tutela dei propri studenti e dipendenti: “Il modello Unicusano sul fronte della sicurezza e prevenzione può essere preso ad esempio per tutta la rete formativa del Lazio”, aveva dichiarato D’Amato il 17 settembre 2020 in occasione della sua visita al campus di via Don Carlo Gnocchi 3 per l’apertura di un hub vaccinale, dove lui stesso si è sottoposto al test sierologico insieme al Direttore Generale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Spallanzani” di Roma Francesco Vaia e ai consiglieri Chiara Colosimo e Antonello Aurigemma.
Le memoria corta di D’Amato avrà probabilmente rimosso che l’Università Niccolò Cusano durante il difficile periodo della pandemia e del lockdown ha dato un contributo prezioso agli ospedali donando soldi, apparecchiature sanitarie e mascherine. Un aiuto che ha fatto comodo alla Regione Lazio che si è sempre vantata di aver gestito la pandemia in modo esemplare. “Il Lazio è stato un modello anche durante la gestione del Covid, avvenuta in sinergia in tutte le sue fasi: da quella acuta ospedaliera delle terapie intensive ai tracciamenti, dai tamponi ai vaccini”, ha sempre detto l’assessore. L’Unicusano ha fatto la sua parte nel periodo di emergenza Covid e Tag24.it mostra i documenti che attestano il generoso sostegno alle strutture sanitarie, e non solo.
Vi ricordate quando i ventilatori polmonari, cruciali per salvare la vita dei pazienti con forme più gravi di Covid, erano introvabili e avevano costi elevati? L’Università Niccolò Cusano era riuscita con grande fatica a comprarne diversi e a donarli all’Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. Vi mostriamo i ringraziamenti
L’Università Niccolò Cusano, consapevole del complicato momento a causa del Coronavirus, ha donato all’ospedale Sant’Andrea di Roma 50mila euro per l’acquisto di dispositivi individuali di protezione per gli operatori sanitari e attrezzatura utile per far fronte all’emergenza sanitaria. Pubblichiamo i ringraziamenti del Direttore generale.
All’Istituto Dermopatico dell’Immacolata e Fondazione Luigi Maria Monti ha offerto 30mila euro che la struttura sanitaria ha utilizzato per acquistare un’ambulanza e aumentare i post letto nel reparto Covid. I ringraziamenti dell’Idi.
La lista degli interventi dell’Unicusano, ritenuti oro dalla Regione Lazio durante l’emergenza Covid, non finiscono qui. L’Ateneo ha provveduto a produrre i 3d, attraverso la propria stampante, i collettori che permettevano di collegare le maschere da immersione con i filtri FFP3, introvabili allora. Per non parlare della migliaia di mascherine donate a scuole, caserme, al Comune di Sperlonga (Lt) e all’ospedale di Formia (Lt).