Piede piatto cos’è: il piede piatto è riscontrabile in un piede che non ha l’arco plantare, pertanto tutta la pianta tocca a terra quando si sta in piedi. Questa condizione, cioè di piede senza arco plantare si può sviluppare sin dalla nascita, in seguito a dei traumi o a causa dell’invecchiamento.
L’arco plantare non è altro che la curvatura verso l’alto che si può notare al centro nella parte inferiore del piede. Se la forma del nostro piede si rifà dunque a una curvatura è perché quella curvatura svolge delle funzioni ben precise quali la distribuzione del peso corporeo sulla superficie di appoggio, di aiuto nello stare in piedi, quindi in equilibrio, nel camminare, correre e di stabilizzare la regolazione dell’equilibrio durante i movimenti.
Io per esempio che sono nato coi piedi ritorti, oggi da adulto, dopo che per molti anni ho messo i gessetti uno giorno si e un giorno no dietro indicazione medica di uno specialista che nei primi anni 80 mi teneva in cura alla Rizzoli di Bologna, ho il piede piatto e non avendo l’arco plantare alla base dei miei piedi, ho difficoltà spesso di equilibrio e ho molto dolore dopo che rimango in piedi per più di mezz’ora.
I piatti sono un disturbo molto diffuso e spesso è privo di complicazioni, ma in alcuni individui come per esempio nel mio caso posso generare una sensazione di dolore e di stanchezza al piede e contribuire allo sviluppo di problemi delle caviglie e delle ginocchia a causa dell’alterazione del corretto allineamento delle gambe.
Riconducendo il tutto alla mia esperienza personale, i piedi piatti mi hanno portato complicazioni tali da dovermi operare al ginocchio sinistro.
Due, comunque sono i casi da considerare: il primo quello per cui la condizione di piede piatto non provoca nessun dolore e complicazione, pertanto non c’è alcun bisogno che intervenga la medicina con approcci terapeutici o qualsiasi altro intervento, il secondo quello per cui, la condizione porta dei dolori e causa dei problemi a posteriori, pertanto può indurre un intervento medico di tipo terapeutico o anche di automedicazione con impacchi di ghiaccio e riposo o direttamente di tipo chirurgico.
Piede piatto cos’è?
Dunque se abbiamo appurato che il piede piatto è la condizione in cui versa un piede che non ha l’arco plantare, cioè quella curvatura al centro della base del piede, allora dobbiamo anche sapere che nei bambini è una condizione normalissima fino ai 6 – 8 anni di età superati i quali si inizia a formare l’arco plantare, pertanto i questa fascia di età è consigliabile far calzare delle scarpe di buona qualità senza dover ricorrere a plantari o latri supporti specifici.
Può capitare che l’arco plantare non si sviluppi e che il ragazzo non presenti nessun problema, per cui il piede piatto è soltanto una condizione che esteticamente va accettata senza intraprendere nessun tipo di accorgimento.
Se invece il mancato sviluppo dell’arco plantare dovesse recare disturbi e dolori tali da non essere sopportabili dal ragazzo allora il genitore dovrebbe muoversi affinché una visita ortopedica diagnostichi per bene la situazione e indichi un piano terapeutico o dei supporti da adottare per i piedi del proprio figlio. Come detto in generale vale anche per i bambini e/o ragazzi, il trattamento chirurgico è la soluzione prevista per casi estremi che lo richiedono.
Cause
Se finora abbiamo trattato l’arco plantare in relazione al suo manifestarsi ora vediamo quali sono le cause che provocano il piede piatto: tra le tante, si può riscontrare l’appiattimento del piede dovuto all’ usura, cioè all’invecchiamento. Inevitabilmente si registra l’indebolimento del tendine che si trova all’interno della caviglia e che serve da supporto all’arco.
Ulteriori possibili cause sono riconducibili a:
- infiammazione e danni del tendine tibiale,
- allungamento del tendine tibiale, particolarmente comune nelle donne con più di 40 anni (forse a causa dell’uso dei tacchi),
- danni alle ossa del piede o della caviglia,
- malattie in grado di colpire articolazioni e tessuti, come l’artrite reumatoide,
- malattie in grado di colpire i nervi e i muscoli, tipo la distrofia muscolare, il morbo di Parkinson, ….
Anche i fattori di rischio rientrano tre le eventuali cause che portano alla condizione del piede piatto.
Tra i fattori che fanno aumentare il rischio di sviluppare i piedi piatti ricordiamo: l’obesità (l’eccesso di peso può causare il collasso del tendine), i traumi al piede o alla caviglia, l’invecchiamento come abbiamo già accennato, la pressione alta (a causa di alterazioni del flusso sanguigno in grado di trasportare le sostante nutritive necessarie ai tendini), il diabete (a causa di una progressiva neuropatia), la gravidanza (per aumento di peso e azione ormonale) e l’eccesso di pratica della corsa negli anni.
Sintomi
Molti soggetti affetti da piede piatto non lamentano nessun tipo di dolore o disturbo, ma quelli che invece avvertono questi dei fastidi, compreso me, riconducono i sintomi a:
- dolore, in particolare nella zona del tallone o dell’arco plantare (il dolore può colpire qualsiasi punto del piede);
- dolore e gonfiore alla caviglia;
- difficoltà nell’indossare le scarpe;
- sensazione di alterazione dell’equilibrio (spesso, se viene colpito dal disturbo un unico piede).
Un’alterazione dell’appoggio del piede a terra può inoltre avere comportare dolore a polpaccio, ginocchio, coscia, anca, finanche alla colonna vertebrale: questi sintomi io personalmente li avverto uno ad uno ogni giorno.
Ma non è finita, perché l’alterazione dell’appoggio a terra può costituire anche un fattore di rischio per lo sviluppo di infiammazioni al tendine d’Achille. Nel mio caso per esempio, l’infiammazione si altera ancora di più quando spingo il pedale della frizione dell’auto.
Complicazioni
La complicazione più frequente è una modifica della camminata che, associata a una diversa distribuzione del peso sulla pianta del piede, può essere causa di dolore alle gambe e alla schiena, oltre che altre infiammazioni secondarie.
I pazienti che praticano attività sportiva sono poi più esposti ad infortuni per la perdita della capacità di assorbimento degli urti. Prendete me, con l’attività fisica avendo i piedi piatti ho riscontrato molti problemi di natura traumatologica.
Per effetto dell’alterazione dell’appoggio, caricando in modo scompensato il peso mi sono rotto i legamenti crociati due volte. Io purtroppo quando ho iniziato a fare attività sportiva sapevo che potevo andare incontro a simili infortuni. Del resto per come ero nato e per come poi si è risolta la cosa senza intervenire chirurgicamente in età infantile, direi che mi è andata anche fin troppo bene.
Diagnosi
In caso di sintomi è opportuno rivolgersi allo specialista, in questo caso ad un ortopedico, che in primo luogo procederà osservando con attenzione il piede mentre il paziente è in posizione eretta e ne studierà la meccanica; potrebbe richiedere di valutare le scarpe, per capire come la camminata consumi la suola.
Per definire il grado di piattismo si è solti sottoposti ad un esame barometrico. Nient’altro è che lo studio dell’impronta che il piede lascia a terra. Gli esami a cui vengono sottoposti i pazienti, qualora si rendano necessari sono:
- radiografia;
- TAC;
- ecografia;
- risonanza magnetica.
Cura e terapia
Nei casi di piattismo lieve basta adottare degli accorgimenti tali da non stressare molto il piede, ad esempio come indossare scarpe adatte (senza tacchi), in grado di sostenere adeguatamente il piede, evitando sandali e altre calzature simili.
In altri casi, invece è utile adottare dei plantari appositamente progettati per alleviare la pressione sull’arco del piede piatto. Si trae beneficio camminare a piedi nudi (o con solo le calze) tutte le volte che è possibile.
Se si pratica dello sport, dopo ogni esercizio, è utile utilizzare del ghiaccio affinché si accorci i tempi di recupero. Per quanto riguarda invece il ricorso a un posturologo o un terapista è utile nel caso in cui si ha bisogno di impostare una camminata corretta.
Chi è affetto dal piattismo, invece riceverà il consiglio di evitare sport come pallacanestro, come la danza, come il calcio e 5, insomma tutti quelli che implicano ripetuti impatti sul pavimento, che possono peggiorare l’infiammazione già presente.
Intervento chirurgico
Per correggere i piedi piatti solitamente non si ricorre alla chirurgia, anche se non è da escludere l’intervento chirurgico nel caso si debba correggere un problema connesso a questo disturbo come l’usura o la rottura del tendine, o in presenza di problemi ossei. Questi interventi si ritengono necessari solo se non esistono delle alternative praticabili per il caso specifico da trattare.