La guerra in Ucraina registra un bombardamento via drone nella regione russa di Kaluga, circa 200 chilometri a sudovest della capitale Mosca. Secondo quanto riportato dalle autorità locali, il drone è stato abbattuto in un’area boschiva senza causare danni a strutture o persone. Si presume che l’obiettivo fosse quello di colpire la base aerea di Shaykovka, dove sono basati i bombardieri supersonici a lungo raggio Tu-22M3.
Spostandoci sul campo, la situazione a Bakhmut si fa complicata per le truppe ucraine: lo ammette nel suo videomessaggio serale il presidente Zelensky, il quale rilancia tuttavia l’esigenza di restare uniti nonostante le difficoltà. Altri avanzamenti russi riguardano alcuni villaggi in Donbass: quello di Nikolayevka (Donetsk), Krasnoliman (Lugansk). Anche a Kupiansk (Lugansk) passi avanti negli scontri con artiglieria pesante delle forze armate russe.
Fonti russe accusano infine l’Ucraina di aver usato armi chimiche nei villaggi di Soledar e Artemivsk, in Donbass. A proposito della possibilità di coinvolgimento delle regioni russe confinanti, Roman Starovoit, governatore della regione di Kursk, ha annunciato la sua decisione di dirigere la squadra di soldati volontari della regione.
Guerra in Ucraina, Zelensky presenta ddl per proroga legge marziale
Guerra in Ucraina, ultime notizie.
Volodymyr Zelensky ha presentato questa mattina al Parlamento ucraino il disegno di legge che prevede l’estensione della legge marziale e della mobilitazione per un periodo di 90 giorni a partire dal 13 febbraio 2023. Un evidente segno della volontà di proseguire il conflitto, emerso anche dalle parole del suo consigliere capo, Mikhaylo Podolyak, il quale ha espressamente declinato ogni possibilità di tregua temporanea. “Qualsiasi concessione è un preludio alla capitolazione“, così il capo dell’ufficio presidenziale, riferendosi anche alla presunta indiscrezione secondo cui gli Stati Uniti hanno sondato il terreno tramite la CIA per valutare i margini di negoziazione immediata.
Intanto prosegue il domino all’interno dei principali ministeri ucraini: al vaglio le possibili dimissioni del titolare della Difesa, Oleksiy Reznikov, e la sua sostituzione con il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov. Reznikov è accusato dal presidente Zelensky di una cattiva gestione delle finanze, specialmente per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo per le milizie. Il parlamento di Kiev è inoltre chiamato a nominare il nuovo ministro degli Interni, dopo la morte di Denys Monastyrsky, e il capo del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (attualmente c’è un vertice ad interim).
Sull’ipotesi di escalation del conflitto ha parlato anche il primo ministro polacco Morawiecki, il quale teme che lo scenario possa degenerare nella Terza Guerra Mondiale. Varsavia, tra i partner più solidali con Kiev dallo scoppio del conflitto, è convinta che la guerra finirà quando la Russia si ritirerà dall’Ucraina, con qualsiasi mezzo.
Infine, da oggi è ufficialmente attivo il nuovo pacchetto di sanzioni varato dall’Unione Europea nei confronti della Russia, dedicato al blocco delle importazioni del petrolio russo. Stando alle previsioni di Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera di Bruxelles, “Tale decisione farà perdere 300 milioni di euro al giorno a Mosca”. Da capire come questo scenario si ripercuoterà poi sui prezzi del greggio, memori del drastico aumento sul prezzo del gas vissuto la scorsa estate.