Il film su Michael Jackson che sarà diretto da Antoine Fuqua attira le prime critiche, da parte di Dan Reed, regista di Leaving Neverland, il documentario che denunciava i presunti abusi della star ai danni di bambini.

Michael, il film su Michael Jackson va incontro alle dure critiche del regista di Leaving Neverland: “Il biopic glorificherà uno stupratore di bambini”

Michael, il film su Michael Jackson che sarà diretto da Antoine Fuqua, attira su di sé le prime critiche, ancora prima di iniziare ufficialmente le riprese. Neanche il tempo di annunciare la scelta di Jafaar Jackson, nipote del Re del Pop, per interpretare suo zio, che il biopic si trova costretto a fare i conti con le polemiche.
A scatenarle è Dan Reed, regista del documentario Leaving Neverland del 2019 che raccontava i presunti abusi compiuti da Jackson ai danni dei bambini che il cantante era solito ospitare nella sua proprietà in California.

Il trailer del documentario Leaving Neverland, diretto da Dan Reed.

In un lungo editoriale pubblicato sul Guardian, il regista si è interrogato sul fatto che non ci sia stata nessuna reazione da parte dell’opinione pubblica e della stampa all’annuncio della pellicola, chiedendosi come verranno affrontati gli aspetti più controversi della vicenda umana di Jackson.

Nessuno vuole ‘cancellare’ questo film che glorificherà uno stupratore di bambini […] La cosa più scioccante che emerge da Leaving Neverland, e la più dolorosa da accettare per qualsiasi genitore, è accorgersi che il predatore fa in modo che il bambino si innamori di lui, trascinandolo in una specie di colpevole complicità nell’abuso […] La totale assenza di sdegno in risposta all’annuncio di questo film conferma che la seduzione di cui era capace Michael Jackson è ancora viva. Sembra che la stampa, i suoi fan e coloro che sono cresciuti adorandolo vogliano mettere da parte il suo rapporto malsano con i bambini e concentrarsi solamente sulla sua eredità musicale […] Ai realizzatori del film chiedo questo: come rappresenterete il momento in cui Jackson, un uomo adulto di circa trent’anni, prende un bambino per la mano e lo porta in quella camera da letto? Come racconterete quello che succede dopo? Ignorando la predilezione di Jackson a dormire con dei ragazzini, manderete un messaggio preciso ai milioni di bambini sopravvissuti ad abusi sessuali. Quel messaggio è: se un pedofilo è abbastanza ricco e popolare, la società finirà col perdonarlo“.

Michael Jackson, il film Leaving Neverland e le sue accuse al Re del Pop

I realizzatori del biopic su Michael Jackson hanno specificato che la pellicola, incentrata sulla vita e la carriera artistica del cantante, non tralascerà gli aspetti più ‘scomodi’ e ambigui della sua vita. Resta, tuttavia, da capire, come saranno affrontati e che spazio avranno all’interno dell’opera, ed è questo l’aspetto che preoccupa maggiormente Dan Reed. Il suo doc Leaving Neverland, infatti, era totalmente incentrato sulle accuse mosse da due ragazzi che erano stati ospiti di Jackson nella sua tenuta californiana. Wade Robson e James Safechuck – questi i nomi dei due accusatori – hanno raccontato di esser stati abusati sessualmente da Michael Jackson quando erano dei bambini. Il documentario, basato su interviste ai due uomini e alle loro famiglie, entra nei dettagli scioccanti degli abusi subiti, e descrive il processo di colpevolizzazione che portò i due giovani, nel 1993, a testimoniare in difesa di Jackson quando fu accusato di molestie sessuali da un altro bambino.
Presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2019 e vincitore nello stesso anno dell’Emmy come Miglior documentario o programma non-fiction, il doc ha scatenato numerose polemiche e dibattiti, tra chi ne contestava l’autenticità e chi, invece, sottolineava l’importanza di rivalutare, alla luce delle gravi accuse contro Jackson, la sua eredità artistica e culturale.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.