Alessio D’Amato, candidato del Pd alla presidenza del Lazio, continua a strumentalizzare l’inchiesta della Gdf su Unicusano per attaccare il candidato del Centrodestra Rocca. Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, per ricordare all’ex assessore alla Salute le sue visite all’Università Niccolò Cusano, definita da lui stesso “un modello da seguire”.
Regionali Lazio, Bandecchi: “D’Amato ha la memoria corta”
Bandecchi ha esordito con una battuta:
“Senza l’Unicusano e senza quel grande evasore di Bandecchi (secondo le ipotesi della Guardia di Finanza) sarebbe stata una campagna elettorale più in sordina. La Gdf mi accusa di aver interpretato male una legge, che tra l’altro non ho nemmeno interpretato io, ma due studi di commercialisti, tre sindaci del Cda e due agenzie internazionali di revisione dei conti che danno ragione a me. Noi abbiamo solo applicato le leggi che applicano tutte le altre università italiane, se il problema è nostro credo che il problema sia anche delle altre università italiane. E’ venuta fuori una situazione imbarazzante”.
“Io in questi giorni su Tag 24 ho risposto a D’Amato, che secondo me è un bugiardo. Quando D’Amato parla di Bandecchi come se fosse il mostro strano, si scorda di essere stato più volte nella nostra università, si scorda che ha avuto supporto da noi perché abbiamo donato respiratori, mascherine, abbiamo supportato la ricerca, siamo partiti con il Forlanini, poi il Sant’Andrea e non mi ricordo a quali altri ospedali abbiamo elargito i famosi soldi sporchi della Cusano come li chiamano Repubblica e D’Amato. La cosa bella è che la Gdf ci ha contestato anche queste spese, dicendo che non sono ben chiare. Abbiamo speso 2 milioni e mezzo per il Covid, quando D’Amato dice che noi siamo il problema, mentre lui ha una condanna della Corte dei Conti a pagare 258mila euro che gli hanno contestato di aver preso indebitamente, parliamo di soldi pubblici. A me non hanno contestato niente. Se a lui dà fastidio che i candidati di Alternativa Popolare siano nella lista Rocca, ne abbiamo 4 a Roma e 1 a Frosinone, tutti professionisti che vengono dal mondo del lavoro. Sono le persone che potrebbero assicurare quel cambiamento che Alternativa Popolare rappresenta poiché rappresenta il mondo che lavora, persone che vivono la realtà di tutti i giorni. Io conosco D’Amato come uomo semplice, per bene, tranquillo, non capisco come mai ha voluto dimenticare, come mai si sia posto in questa maniera. Deve cominciare a pensare che Stefano Bandecchi non è un coniglietto, è una persona che sa leggere, sa scrivere e che sa parlare, è uno dei più grandi contribuenti italiani. Qui tutti mi hanno conosciuto, hanno usufruito della nostra università e adesso, solo per un’ipotesi di reato tutta da verificare, D’Amato si permette di dire queste cose e di affrontare una campagna elettorale, in una Regione dove non funziona niente, parlando di noi?
Io sono entrato in politica solo per un motivo, non ho bisogno di guadagnare 170mila euro l’anno perché li guadagno in 15 giorni, io voglio fare politica per i miei nipoti, perché siamo un popolo che sta scendendo nelle graduatorie internazionali ed è un problema se l’Italia non resuscita. Non abbiamo più nascite perché non abbiamo più i soldi per farle. Alternativa Popolare sa esattamente come mantenere i figli dell’Italia, noi usiamo il cervello anziché gli slogan, nei nostri programma c’è qualcosa di importante sia nel Lazio sia in Lombardia. Io sono anche candidato a Terni come sindaco, perché l’Italia se la vuoi cambiare ti devi esporre. Noi cerchiamo di fare la politica con gli uomini non con i soldi”.
Autonomia differenziata
Bandecchi ha affrontato anche il tema dell’autonomia differenziata:
“E’ un tema che a mio avviso non andrebbe nemmeno trattato -ha affermato Bandecchi-. Manca la maturità di dialogo. Vedo dei passaggi che sono sconcertanti. Dobbiamo sempre partire da ciò che le Regioni stanno già facendo. La sanità in Italia è già molto differenziata. Abbiamo visto che le Regioni non danno la garanzia di equità e quindi il popolo italiano diventa diviso. Parliamo di Europa e a un certo punto torniamo a parlare di Regioni e questo è un controsenso. In Italia dovrebbero esistere tre macro regioni e lì si dovrebbero fermare. Come possiamo parlare di Regioni che diventano totalmente autonome? Per me è un’eresia. Il piano energetico non è valido a livello nazionale e noi lo passiamo a 20 Regioni? C’è una Regione che investirà sul petrolio perché ce l’ha, qualcuno investirà sul sole perché ce l’ha, allora le Regioni in autonomia potranno decidere di ricreare centrali nucleari. Ci sarà magari la Regione X che si farà 3 centrali nucleari e la Regione Y che va avanti soltanto con sole. Vi sembra normale una cosa del genere?
Io non mi spingo a dire che sono le persone che non vanno bene, le persone vanno conosciute una per una e alcune vanno bene e altre no. E’ il concetto politico l’errore. L’Italia è una nazione che fa parte di una grande Nazione che si chiama Europa. Frammentare ancora di più l’Italia è un errore politico colossale, antimoderno, preistorico. Affidare alle Regioni materie strategiche come i rapporti internazionali, affidare istituzioni come la scuola alle Regioni è assurdo: cosa facciamo in Lombardia insegniamo una cosa e in Campania un’altra? Non è che noi del centrodestra dobbiamo accontentare obbligatoriamente la Lega, è il più grave errore che si può fare. Stiamo accontentando un partito che ha l’8% e gli stiamo vendendo l’Italia. Spero che il presidente del Consiglio fermi questo scempio. Come componente del centrodestra non sono assolutamente d’accordo con questa linea e mi meraviglio che ci sia un po’ d’ipocrisia su questa cosa, anche chi dovrebbe dire che non va bene non lo dice, anche il centrosinistra è chino di fronte a questa cosa. Il centrosinistra e il M5S hanno fatto lo scempio costituzionale di diminuire il numero degli onorevoli, io credo nella democrazia e quella riforma porta meno democrazia in assoluta. Spero si collega l’uomo forte alla destra, ma mi sembra che ormai l’uomo forte sia espressione della sinistra”.