Sarà un Consiglio europeo straordinario (a cui non seguirà, quindi, un testo legislativo) quello previsto il 9 e 10 febbraio a Bruxelles. La tensione infatti cresce e il rischio è che la riunione si trasformi in un tutti contro tutti non solo sui migranti, ma anche sull’altro tema caldo del momento, quello degli aiuti di Stato. Riguardo al primo punto, infatti,  la strategia che si vuole adottare è quella di mettere l’Unione europea nelle condizioni di intervenire direttamente nella gestione dei flussi migratori. L’incremento dell’azione esterna per la difesa dei confini Ue è infatti il punto cardine su cui ruota l’ultima bozza sul dossier migrazione. Dopo gli incontri il 3 febbraio a Stoccolma e Berlino il premier ha avuto una intensa serie di telefonate con i principali capi di Stato per ‘preparare’ la piattaforma comune. Colloqui telefonici con il  presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, con il primo ministro olandese, Mark Rutte. Per proseguire con il Cancelliere federale austriaco, Karl Nehammer, e con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis.

Consiglio europeo straordinario: ecco quando si terrà e quali sono i temi in agenda

“È necessaria un’azione rapida per assicurare rimpatri effettivi, dall’Ue e dai Paesi terzi lungo le rotte, verso i Paesi di origine, utilizzando come leva tutte le politiche, gli strumenti e i mezzi pertinenti”, si legge nel testo. L’elenco degli strumenti atti a sviluppare il piano va dalla più classica azione diplomatica alla cooperazione commerciale. Ed è proprio su questo punto che l’Ue tenta di mediare con i partner africani, ossia condizionando il Sistema di Preferenze Generalizzate (lo strumento che fornisce agevolazioni tariffarie per incoraggiare l’export di uno Stato in via di sviluppo), alla cooperazione sui migranti da parte di un determinato Paese d’origine. In questo modo potrebbe anche aumentare l’apertura sulle quote di immigrazione legale. Il tema, infatti, è stato ripreso anche da Meloni dopo l’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Sono disponibile ad aprire i consolati in Africa per far fare domande regolari e poi distribuire chi può entrare”, ha spiegato la presidente del Consiglio. Intanto oggi, 6 febbraio, ad Adria (RO), presso il Cantiere navale Vittoria, è in programma una cerimonia di consegna alle autorità libiche di una motovedetta classe 300 di nuova fabbricazione, nell’ambito del progetto europeo Sibmmil. Partecipano il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, la ministra degli Esteri libica, Najila El Mangoush, e il Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi. L’altro tema caldo riguarda poi l Piano industriale targato Von der Leyen. I punti più importanti sono due: l’uso delle risorse già disponibili (da Recovery Fund, RepowerEu e programma InvestEu) e il nuovo regime semplificato di aiuti di Stato. L’Italia non vuole una corsa alle sovvenzioni che avvantaggi solo Francia e Germania. E in questa partita Roma trova un appoggio proprio nei Paesi “frugali” del Nord, attenti a non danneggiare i pilastri della concorrenza. Proprio la presidenza svedese, infatti, si è detta cauta sul tema degli aiuti di Stato. “Scelte sbagliate possono avere effetti sulla nostra competitività per diversi anni”, è stato spiegato. E se l’ipotesi di utilizzare il Sure nel breve termine non è contemplata nelle conclusioni del summit, si fa largo quella che invece punta a una maggiore flessibilità nell’uso dei fondi esistenti (come vorrebbe l’Italia). Intanto proprio sul tema degli aiuti di Stato Parigi e Berlino scaldano lanciano l’offensiva al maxi-pacchetto da 370 miliardi di dollari di sussidi pubblici “green” messi a disposizione dagli Stati Uniti. L’operazione, però, rischia di lasciare al palo chi, come l’Italia, deve fare i conti con i limiti imposti dagli elevati livelli di debito pubblico. Martedì 7 febbraio il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire e il suo omologo tedesco Robert Habeck voleranno a Washington, decisi a chiedere “trasparenza” all’amministrazione di Joe Biden per scongiurare una guerra commerciale transatlantica dagli esiti destabilizzanti.