Stop a Palermo alla presenza di padrini e madrine nelle cerimonie di battesimo dei neonati e nella cresima di adolescenti e di adulti.
Si tratta di un decreto sperimentale che sarà attivo dal 1° Luglio 2023 e per il successivo triennio.
Non è la prima volta che una diocesi decide di adottare un provvedimento di sospensione di padrini e madrine. In passato la stessa iniziativa era stata proposta nelle città di Grosseto, Viterbo e Ventimiglia e per restare in Sicilia a Catania, Mazara del Vallo ed Agrigento. È la prima volta però che l’iniziativa si estende ad un capoluogo di regione dal maggior bacino di popolazione.
La decisione arriva direttamente da parte del vescovo del capoluogo di regione siciliana Corrado Lorefice che ha spiegato, in una nota ufficiale, le ragioni del provvedimento, sottolineando che nel tempo si sia perso il vero valore della figura di padrino o madrina in queste cerimonie.
Il ruolo del Padrino e della Madrina, in occasione della celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima è un vero e proprio munus che la Chiesa affida ai fedeli che abbiano l’attitudine e l’intenzione di esercitare questo incarico (can. 874 §1,1 0) e che conducano una vita conforme alla fede e al compito che si assumono (cfr. can. 874 §1,3 0).
Il Vescovo ha poi continuato il suo intervento evidenziando come oggi le abitudini sociali abbiano compromesso l’autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa. Spesso il ruolo viene confuso come una relazione di parentela se non addirittura con legami ambigui e spesso circoscritto al solo momento rituale, perdendo completamente il significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato. Oggi la figura di padrino o madrina è ridotta ad un semplice “orpello” in una cerimonia religiosa.
Il Vescovo di Palermo ha poi spronato gli uffici liturgici e di catechismo di spiegare le ragioni di questa adozione alla comunità cristiana locale e di monitorare nel corso del prossimo triennio questa nuova prassi e di come sia possibile recuperare il vero significato della figura di accompagnamento spirituale da parte di padrino e madrina.
La sospensione di obbligo di presenza non implica tuttavia che sia vietata l’accompagnamento di una persona accanto a chi riceve il sacramento. Chi vuole fare il padrino e la madrina dovrà però prima dimostrare la propria appartenenza alla comunità cristiana e di essere testimone di fede.
Palermo stop a padrini e madrine: decisione che ha suscitato clamore in rete
Inevitabilmente questa decisione ha suscitato grande clamore nella popolazione locale e generato un enorme eco anche sui social network. Molti utenti hanno sostenuto la linea del vescovo di Palermo, sottolineando proprio come oggi chi interpreta il ruolo al momento della cerimonia poi non si prende cura della crescita spirituale del proprio figlioccio. Chi invece è contrario al provvedimento si ritiene perplesso che la figura del padrino e della madrina vadano completamente persi dalla tradizione e ciò potrebbe ripercuotersi sul punto di vista sociale.
Sarebbe forse più opportuno che le istituzioni ecclesiastiche lavorino per instillare la fede nei cittadini e far riappropriare del significato primordiale il ruolo invece che abolirlo.
Contrario al provvedimento messo in atto dal Vescovo Lorefice è l’arcivescovo emerito di Monreale Michele Pennisi che sostiene come la decisione possa innescare una reazione opposta a quella voluta.
In Sicilia infatti il termine padrino è associato nell’opinione pubblica non solo alla funzione religiosa ma all’attività criminale mafiosa, ponendo di fatto l’accento su quel “legami ambigui” espresso dal Vescovo di Palermo. Con forza monsignor Pennisi ha infatti rigettato l’eliminazione della figura di padrino e madrina poiché in questo modo non si risolve il problema.