Guerra in Ucraina, le notizie del giorno 347.

Nella notte e questa mattina nuovi bombardamenti russi e allerte aeree in molte zone dell’Ucraina (Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Poltava, Sumy, Charkiv, Cherkasy e Chernihiv). Il capo dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Sinegubov, ha parlato di un raid avvenuto nel centro urbano che avrebbe ferito tre persone. Tuttavia, torna particolarmente attivo anche il fronte di Kherson, città riconquistata da Kiev lo scorso novembre ma che le milizie russe non hanno definitivamente abbandonato. L’artiglieria russa ha colpito una posizione dei combattenti dell’esercito ucraino nel villaggio di Naddnepryanske causando 18 vittime e 10 feriti, secondo quanto riferito dalla Tass. Al contempo, le forze armate ucraine hanno sparato 39 proiettili.

L’Institute for the Study of the War ha invece posto l’accento sulla situazione di Zaporizhzhia, regione centromeridionale dell’Ucraina: qui le forze sovietiche paiono in difficoltà e hanno progressivamente diminuito il numero di offensive nell’area che collega la regione al Donbass. Secondo i calcoli dell’organizzazione, la priorità dell’esercito nemico è di asserragliarsi nella parte occidentale della regione di Lugansk, al confine con quella di Donetsk.

Intanto prosegue la lenta avanzata russa a Bakhmut, divenuto nelle ultime settimane il villaggio simbolo della resistenza ucraina. L’intelligence britannica, nel bollettino quotidiano, ha sottolineato che le due strade principali che portano a Bakhmut sono a rischio bombardamenti da parte delle milizie di Mosca: qui si concentra l’attività del gruppo di mercenari Wagner, al servizio del Cremlino. Bakhmut, al momento, è completamente isolata.

Guerra in Ucraina, quale destino per Mariupol?

L’altro fronte della guerra in Ucraina prende forma nel progetto di ricostruzione russo nelle città oggi occupate dalle forze di Mosca. Il primo ministro del distretto di Donetsk, Khotsenko, ha dichiarato che l’impianto dove sorge l’acciaieria Azovstal a Mariupol, divenuta celebre nei primi mesi del conflitto come bunker delle truppe ucraine, sarà al centro di un maxi processo di riqualificazione per la creazione di un parco industriale: per realizzarlo serviranno circa 10 anni, di cui parecchi spesi per ripristinare i danni causati dalla guerra.

Fanno particolarmente discutere le parole pronunciate dall’ex primo ministro israeliano Naftali Bennet, il quale ha riferito una conversazione avuta con Vladimir Putin lo scorso marzo in cui il leader del Cremlino gli ha promesso che non avrebbe ucciso Volodymyr Zelensky. Tra Israele e Russia, intanto, si è giunti a un accordo di compromesso sugli interessi comuni in Medio Oriente: lo comunica l’attuale primo ministro di Gerusalemme Benjamin Netanyahu.

Scholz: “Putin non ha minacciato la Germania”

Dopo le ultime esternazioni di Vladimir Putin, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha raccontato l’ultima conversazione telefonica in una intervista rilasciata a Bild Am Sonntag: “Putin non ha minacciato né me né la Germania. Durante le nostre conversazioni telefoniche, le nostre posizioni molto diverse sulla guerra in ucraina sono molto chiare. Chiaramente la Russia è l’unica responsabile della guerra. La Russia ha invaso il paese confinante per impossessarsi di parti dell’Ucraina o del paese. Non possiamo accettarlo, perché viola la pace europea. Per questo sosteniamo l’Ucraina dal punto di vista finanziario, umanitario e anche con le armi.”