Caso Cospito, linea dura del Pd: avanti fino alle dimissioni di Delmastro e Donzelli. Il vertice dei democratici va verso la linea dura nei confronti di Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario al ministero della Giustizia, e di Giovanni Donzelli, deputato per Fratelli d’Italia alla Camera e vicepresidente del Copasir. Il tutto nella giornata in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto una lettera al Corriere della Sera nella quale auspicava un abbassamento dei toni sulla vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico condannato al 41 bis, per un attentato, tra gli altri reati commessi, che non ha procurato né morti, né feriti, che la Corte di Cassazione ha deciso di giudicare come “strage politica”. La linea che si sta affermando nei vertici del Partito democratico è quella di andare “avanti tutta finché Donzelli e Delmastro non lasceranno i loro incarichi”. Fin qui l’azione politica, che però potrebbe arricchirsi anche delle querele, non solo individuali, ma di partito, che potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Intanto, arrivano anche i primi malumori all’interno dello stesso Partito democratico dopo circa una settimana di batti e ribatti.

Caso Cospito, linea dura Pd: avanti fino alle dimissioni di Delmastro e Donzelli, querele e malumori dem

Proprio nella giornata della lettera di Giorgia Meloni, il segretario del Pd Enrico Letta, collegato in videoconferenza con Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, entrambe capigruppo, avrebbero trovato un’intesa sulla linea dura da tenere sulla vicenda. Nessun passo indietro, ma solo fermezza nei confronti di Andrea Delmastro e di Giovanni Donzelli, dopo la presentazione della mozione di sfiducia del Partito democratico già depositata contro il sottosegretario alla Giustizia alla Camera. A questa si è aggiunta anche quella presentata dal Movimento 5 Stelle. Ma il Partito democratico starebbe valutando anche la possibilità di una querela di partito, “offeso nel suo complesso”, nei confronti dei due politici di Fratelli d’Italia. La valutazione su questa linea la stanno facendo gli avvocati, a prescindere dalle querele individuali che sarebbero già pronte da parte dei tre deputati e del senatore dei dem che sono stati in carcere a Sassari a trovare Alfredo Cospito. Querele che, dunque, sarebbero già pronte per diffamazione dopo le parole prima nelle Aule parlamentari e poi ai media nei confronti degli esponenti del Partito democratico che erano stati in visita, accusati di stare dalla parte di mafiosi e terroristi. Querele, anche di partito, a parte, starebbero emergendo anche i primi malumori tra i dem a quasi una settimana da quelle affermazioni in Aula di Donzelli. Incrinature che sarebbero state riferite da alcuni esponenti che avrebbero parlato di “molti malumori”, sia all’interno del partito che tra i gruppi parlamentari, soprattutto per aver sottovalutato l’opportunità politica di far visita a Cospito in un momento in cui la sua vicenda era divenuta già calda. “Un’istruttoria, prima di andare a Sassari, era un’opzione che politici esperti avrebbero dovuto considerare” è quanto si legge sul Corriere della Sera tra i dem che starebbero manifestando il proprio malcontento sull’intera vicenda.

Giorgia Meloni ed Enrico Letta, botta e risposta su Cospito

Caso Cospito Pd accusa ma le dimissioni di Delmastro sul caso di Alfredo Cospito sono state rimandate al mittente nella giornata del 4 febbraio da Giorgia Meloni nella lettera inviata al Corriere della Sera. “Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto – ha scritto la presidente del Consiglio – Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media”. Nella lettera, la stessa Meloni non ha mancato di rimarcare quanto trovi “paradossale” e “singolare” le accuse mosse dal Partito democratico, non solo per le offese ricevute in passato sulla sua persona (“di ‘essere la mandante morale delle morti in mare’ o di guidare un ‘partito eversivo’, per citarne alcune, senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto ‘sputare sangue'”), ma anche per la richiesta “dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata”. Enrico Letta stamattina aveva parlato di “deliberato linciaggio” nei confronti dei deputati dem: “I nostri deputati sono sotto un deliberato lingiaggio da parte di deputati di FdI che risponderanno delle loro calunnie nelle sedi opportune. Calunnie che non intaccano la nostra storica posizione a favore del 41 bis. Il Capo del Governo continua a tacere, e quindi acconsente”, per poi attaccare, dopo la pubblicazione del contenuto della lettera di Giorgia Meloni: “Con la sua lettera al Corriere della Sera e il rilancio continuo di accuse contro l’opposizione Giorgia Meloni invece di spegnerlo l’incendio lo riattizza. Alimentare ulteriore tensione? A chi serve? Un errore grave”.