Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta evaso nei giorni scorsi, è stato arrestato a Napoli nella serata di oggi, 4 febbraio. L’uomo, evaso lo scorso 30 gennaio dagli arresti domiciliari rompendo il braccialetto elettronico nell’abitazione di Pero, in provincia di Milano, è stato catturato grazie alla collaborazione tra i carabinieri milanesi e i loro colleghi del capoluogo campano. Sestito, di 52 anni, nato a Rho ma originario di Chiaravalle Centrale, paesino in provincia di Catanzaro, stava scontando l’ergastolo per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, consumatosi a Roma dieci anni fa. Ma il killer si era macchiato già dell’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, avvenuto più di trent’anni fa a Soverato, reato per il quale Sestito era stato condannato a 30 anni di reclusione. Sui social, il figlio del carabiniere ucciso ha espresso tutto il suo compiacimento con le forze dell’ordine.

Massimiliano Sestito, il killer della ‘ndrangheta evaso nei giorni scorsi, arrestato a Napoli

È stato arrestato oggi a Napoli Massimiliano Sestito, killer di 52 anni della ‘ndrangheta, che era evaso il 30 gennaio scorso dagli arresti domiciliari dall’abitazione di Pero, in provincia di Milano. L’evaso è stato rintracciato nei dintorni della stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia, nel pressi del capoluogo campano. Al momento dell’arresto, Sestito si trovava da solo e pare che aspettasse un taxi. Addosso i militari dell’Arma gli hanno trovato un documento appartenente al fratello, che è molto somigliante al killer, dei soldi in contanti per oltre 1.000 euro, due telefonini non smartphone, due chiavette Usb e altrettanti immagini sacre, una di Gesù e una della Madonna. Utili alla cattura del latitante sarebbero state le intercettazioni. Scrive così su Facebook il politico ed ex senatore del Movimento 5 Stelle, Nicola Morra: “E questo, voglio sottolinearlo, grazie ad intercettazioni che hanno reso possibile l’individuazione del latitante”. Per assicurare il killer alla giustizia, infatti, sarebbero state determinanti le attività investigative di “Web patrolling”. Si tratta di tecniche avanzate che consentono di controllare le informazioni scambiate sui profili dei social network tra ricercati e familiari e conoscenti. In questo, sono risultate decisive le attività investigative effettuate dal Nucleo del Comando provinciale di Napoli e dai Carabinieri di Sant’Anastasia.

Soddisfatto il figlio del carabiniere ucciso da Sestito nel 1991: ‘L’abbiamo preso Pa’. Lo abbiamo preso’

Massimiliano Sestito si trovava agli arresti domiciliari a Pero dallo scorso 12 gennaio, misura che era stata concessa dalla Corte d’Assiste d’Appello di Roma dopo l’istanza presentata dai legali Antonio Foti e Salvatore Staiano. I due avvocati avevano hanno già inoltrato in passato richiesta in Cassazione contro la sentenza di condanna all’ergastolo per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, consumatosi nella Capitale nel 2013. Appena 21enne, Sestito si era già macchiato dell’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, consumatosi nella notte del 20 agosto del 1991 a Soverato, in provincia di Catanzaro. Per quell’omicidio, l’arrestato era stato condannato a trent’anni di carcere. Nella ricostruzione dei fatti, Sestito fu fermato a un posto di blocco insieme ai fratelli Nicola e Vito Grattà, sparando contro il carabiniere, che all’epoca aveva 35 anni, senza esitare. Colpito al cuore, il militare morì e Sestito si impossessò della mitraglietta con la quale sparò contro un altro carabiniere. I due complici furono uccisi in un agguato a Gagliato nel giugno del 2010. Inizialmente condannato all’ergastolo nel 1993, la pena in Appello fu ridotta a 30 anni. Il figlio del carabiniere ucciso, Alfredo Lio, sul suo profilo Facebook, esprime tutto il suo compiacimento con l’operato delle forze dell’ordine. “L’abbiamo preso Pa’. Lo abbiamo preso”, si legge insieme a due foto, la prima di Massimiliano Sestito e l’altra di suo padre in divisa. Soddisfatto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha dichiarato: “Complimenti all’Arma dei Carabinieri per la cattura di Massimiliano Sestito, pericoloso esponente della ‘ndrangheta evaso dagli arresti domiciliari lo scorso 30 gennaio”. Massimiliano Sestito è in attesa di un altro verdetto della Cassazione per l’assassinio di Vincenzo Femia.