Enna uccide la suocera a coltellate. La colpevole, Laura Di Dio, ha 32 anni e ha una storia di litigi frequenti con la suocera, Margherita Margani, donna di 62 anni, vittima del fendente inflitto dalla nuora con un coltello o una forbice.

Il delitto è avvenuto in casa della vittima, a Pietraperzia, un paese nell’ennese.

Sul luogo dell’omicidio si sta recando il pm della Procura di Enna, ovvero Michele Benintende, mentre altre notizie sulla salute mentale dell’assassina vengono a galla.

Enna uccide la suocera a coltellate: le dinamiche dell’omicidio

Secondo una prima ricostruzione, Laura Di Dio, la nuora, si sarebbe recata presso la casa della suocera, Margherita Margani: a questo punto, l’assassina avrebbe colpito la vittima con un’arma da taglio alla gola. L’arma in questione poteva essere un coltello o una forbice.

Ad ogni modo, sembra che tra le due non corresse buon sangue e che fossero molto frequenti i litigi: sembra che a dividerle fossero dei contrasti di natura eminentemente familiare.

Nonostante questo, nuora e suocera vivevano in due appartamenti contigui. Prima del delitto, infatti, l’assassina avrebbe chiesto alla vittima di prendere un caffè, salvo poi uccidere la suocera con un fendente.

Il motivo di un tale gesto sembra ricondursi, secondo quanto dichiarato dalla donna durante l’interrogatorio, ad una difesa personale, perché la suocera l’avrebbe colpita con un coltello (la stessa colpevole avrebbe avuto una ferita da taglio sulla mano, motivo per il quale la versione è stata accettata dalla polizia).

Secondo quanto emerso dalle indagini, dopo la morte della donna, la nuora si sarebbe messa a cavalcioni sul cadavere della suocera e si sarebbe fumata una sigaretta.

Nei prossimi giorni, la salma della vittima verrà sottoposta ad esame autoptico.

Enna, donna uccide la suocera: chi è Laura Di Dio, l’assassina di Margherita Margani?

Laura Di Dio, moglie di Francesco, che lavora in un’agenzia di pompe funebri, e madre di due figli, la 32enne arrestata per l’omicidio era già nota alla giustizia, per essere stata vittima di aggressione, nel 2018, da parte del marito, mentre era incinta.

Suo cognato, Christian Arnone, che aveva 20 anni, aveva sparato al fratello, per fermarlo e difendere la donna, che stava venendo malmenata dall’uomo. Il marito non è stato ferito, ma il cognato è stato condannato per tentato omicidio.

In quell’occasione, la donna era stata colta da un malore e trasportata al pronto soccorso.

A scatenare i conflitti con la suocera sembra esserci proprio questa vicenda e, in particolare, l’arresto dell’altro figlio della donna: dopo la condanna di Christian, le due donne non si sarebbero parlate per ben quattro anni.

Attualmente, tuttavia, altri legami e informazioni sui suoi rapporti familiari sono oggetto di indagine tramite degli interrogatori, svolti dalla polizia.

Il legale della donna, Salvatore Timpanaro, spiega, inoltre, che Laura soffriva di depressione e che non curava la sua salute mentale. La sua condizione è stata anche confermata dalla famiglia, che così parla delle condizioni di Laura: “Non voleva curarsi, ma da un anno e mezzo vivevamo nell’inferno”.

Attualmente, la donna, rea confessa, è stata associata alla Casa Circondariale di Agrigento.

Le parole del sindaco Salvuccio Messina e del marito

La donna, secondo i familiari  “soffriva di depressione”.

“Io amo mia moglie e la tragedia di oggi non c’entra nulla con quanto successo qualche anno fa con mio fratello Christian”, ha dichiarato Francesco Arnone, il marito.

Il sindaco di Pietraperzia, Salvuccio Messina, parla in questo modo dei fatti accaduti, evidenziando il rammarico per la situazione e il dolore per l’intera comunità, scossa da un momento di tale tensione: “Io e tutta la comunità di Pietraperzia siamo scossi da quanto accaduto alla signora Margherita Margani, che conoscevo personalmente come persona tranquilla e socievole e non comprendiamo come sia potuto succedere.”

Il sindaco, inoltre, non manca di fare le condoglianze alla famiglia coinvolta nell’increscioso caso: ” Tutti ci stringiamo profondamente addolorati per l’accaduto alla famiglia travolta da questa tragedia”.

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