Un pauroso incendio boschivo è divampato nella regione del Biobio, nella parte centro-meridionale del Cile. Il bilancio è di almeno 13 persone rimaste uccise a causa degli oltre 200 roghi che stanno devastando la zona.
Le persone ferite per il momento sono 22, otto delle quali sarebbero in gravi condizioni. Alcune vittime sono due membri di un elicottero che era impegnato nei soccorsi schiantatosi a Galvarino, nella regione de La Araucanía e un anziano che non è riuscito a sfuggire alle fiamme a Laja, località della regione di Biobio.
Secondo il ministro degli Interni cileno Carolina Tohá, le vittime sono state sorprese dalle fiamme mentre attraversavano il comune di Santa Juana, particolarmente colpito.
Le autorità cilene hanno inoltre, riferito che solo nella giornata di Venerdì, i Vigili del Fuoco sono riusciti a spegnere fino a 41 incendi, anche se, attualmente, sono ancora più di 200 i roghi attivi, 56 dei quali però si trovano sotto controllo.
Gli incendi hanno devastato molte case e minacciato altrettante aziende agricole sorte in quella zona.
Il Paese sta infatti, affrontando un’ondata di caldo estivo attraverso le regioni meridionali e centrali e probabilmente anche le alte temperature stanno aiutando ad alimentare questi roghi. Le temperature registrate nelle scorse ore erano addirittura vicine ai 40 gradi e si teme un disastro come quello del 2017, quando un enorme incendio uccise 11 persone e distrusse più di 1.500 case devastando 467.000 ettari di terreno.
Diverse regioni, tra cui quella di Ñuble e Biobío sono state poste in stato di calamità, con 40.000 ettari di terreno già andati in fumo e decine di abitazioni distrutte. Le immagini aree che arrivano da Santa Juana mostrano infatti uno scenario veramente devastante. I membri dell’esercito sono già stati dispiegati per cercare di gestire l’avanzata della linea del fuoco.
Incendio in Cile: il rogo di Dicembre 2022
Il Cile solo pochi mesi fa era stato protagonista di un altro grosso incendio che aveva provocato seri danni, molti disagi e anche due vittime. Erano state circa 400 le abitazioni distrutte e diversi settori di una città vennero evacuati dalle autorità.
Il rogo era scoppiato nell’altopiano di Vina del Mar, città di circa trecentomila abitanti situata 120 km a nord di Santiago del Cile. Durante la notte le fiamme sono avanzate attraverso le zone più popolate, raggiungendo pericolosamente anche vicino agli edifici situati sulle colline di Viña del Mar.
Il comandante dei Vigili del Fuoco, Patricio Brito, si è lamentato del fatto che alcune abitazioni siano state distrutte a causa di veicoli in mezzo alle strade che hanno reso più complicato il lavoro dei pompieri per spegnere le fiamme.
Con l’incendio del Cile cinque settori di Vina del Mar erano stati evacuati e l’Ufficio Nazionale di Emergenza aveva decretato un’allerta rossa comunale proprio a causa dei roghi.
Le operazioni di spegnimento dell’incendio sono state molto lunghe, i pompieri hanno infatti faticato a domare le fiamme a causa di raffiche di vento tra i 40 e i 50 chilometri orari che hanno reso più difficile il lavoro dei soccorritori. In poco tempo il rogo ha distrutto oltre 110 ettari di bosco. Le autorità forestali cilene hanno affermato che l’incendio poteva essere evitato, e che è stato “di origine umana”.
Gabriel Boric, capo dello Stato, già a Dicembre aveva ordinato di dichiarare lo stato di calamità come annunciato dal sottosegretario agli Interni del Cile e dopo poco è stato emanato un decreto in merito e nominato un capo della Difesa Nazionale con il potere di limitare i diritti costituzionali come quelli di riunione e di movimento e di assumere il controllo per poter rispondere a queste frequenti emergenze.