Elon Musk è stato scagionato dall’accusa di frode in merito a presunte responsabilità per le perdite subite dagli investitori un’acquisizione privata di Tesla: nel mirino un tweet del 2018 in cui il tycoon sudafricano scriveva bluffando di aver ottenuto finanziamenti. Parole che, come accade ancora oggi, avevano mandato il prezzo delle azioni di Tesla sull’ottovolante, inducendo parte del board degli azionisti a citarlo, specialmente coloro i quali avevano “scommesso contro” il brand automobilistico.
Venerdì sera il verdetto, raggiunto in circa due ore dai giurati nel tribunale di San Francisco: Musk è stato assolto all’unanimità.
Grazie al cielo, la saggezza del popolo ha prevalso!
Commento su Twitter di Elon Musk
Musk assolto dall’accusa di frode, furiosi gli azionisti di Tesla
Elon Musk mai avrebbe pensato cinque anni fa che un tweet gli sarebbe costato una causa per frode: oggi, che di Twitter è divenuto il proprietario unico, il proprietario di Tesla esprime con i cinguettii la sua massima soddisfazione per l’esito del processo.
Processo che aveva tentato invano di far spostare in Texas, cercando di convincere i giudici che i giurati californiani sarebbero stati prevenuti nei suoi confronti. C’è invece una certa delusione nell’accusa: l’avvocato Nicholas Porritt, che rappresenta Glen Littleton e altri investitori di Tesla, aveva sostenuto in tribunale che il caso serviva a garantire che i ricchi e i potenti dovessero rispettare le stesse regole del mercato azionario di tutti gli altri. L’impianto si era dunque basato sul concetto che Musk avesse pubblicato di proposito tweet contraddittori senza curarsi delle possibili ripercussioni finanziarie.
Secondo gli esperti interrogati come testimoni dall’accusa, quel tweet è costato complessivamente circa 4 miliardi di dollari: cifra che Musk e il Cda di Tesla dovrebbero essere costretti a rimborsare agli azionisti. La difesa, al contrario, ha puntato a difendere la condotta del miliardario, sostenendo che non ci fosse un doppio fine in quel tweet, e ha poi aggiunto che il tecnicismo “finanziamenti assicurati” non fosse corretto dal punto di vista formale. In quel periodo, infatti, Tesla attraversava uno dei suoi momenti di down, ma era convinta che si sarebbe risollevata di lì a poco con altri progetti faraonici progettati dallo stesso Musk.