Brusco incidente diplomatico per il primo ministro del Giappone Fumio Kishida: un funzionario ministeriale dell’economia e del commercio ha dichiarato in un’intervista di “non voler vivere accanto a coppie omosessuali, bisessuali o transgender“. Al che il premier nipponico ha notificato l’immediato licenziamento.

Il personaggio in questione, Masayoshi Arai, non ha mai nascosto la sua repulsione nei confronti delle coppie omosessuali, spingendosi a dire che “le persone sarebbero fuggite dal Giappone se fosse stato legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso“.

I suoi commenti sono oltraggiosi e del tutto incompatibili con le politiche dell’amministrazione

Fumio Kishida, primo ministro giapponese

Giappone e le coppie omosessuali, tema sempre scottante

A nulla sono poi valsi i tentativi di scuse da parte dello stesso Arai (che ha definito “fuorviante” l’interpretazione delle sue parole), licenziato in tronco dal premier Kishida. Il rapporto tra il Giappone e l’argomento “coppie omosessuali” è particolarmente delicato e ha messo spesso in crisi anche lo stesso primo ministro.

Kishida aveva infatti espresso una certa preoccupazione durante un discorso in Parlamento, asserendo “che il matrimonio tra persone dello stesso sesso doveva essere considerato attentamente a causa del suo potenziale impatto sulla struttura familiare”. Chissà se questo scivolone sarà sottolineato al prossimo G7 di Tokyo, in programma a fine maggio: il Paese del Sol Levante, tradizionalmente conservatore, è infatti l’unico a non consente il matrimonio o le unioni civili per le coppie dello stesso sesso.

Secondo gli ultimi sondaggi d’opinione, il consenso verso Kishida si è dimezzato scendendo al 30% dall’anno scorso, a seguito di una serie di dimissioni di funzionari di alto rango, legati ad altri scandali che hanno portato sotto i riflettori un forte clima di inaffidabilità nella squadra di governo. In ordine cronologico, prima di Arai si era dimessa Mio Sugita, ex viceministro degli Affari interni e delle Comunicazioni, sempre a causa di commenti controversi sulle persone LGBT e sulla comunità indigena giapponese degli Ainu, una minoranza di origini russe dell’isola di Hokkaido.

L’ultimo sondaggio in materia di unioni civili omosessuali, risalente a luglio 2021, ha prodotto un risultato secondo cui il 57% degli intervistati ha dichiarato di essere favorevole al riconoscimento legale.