Papa Francesco ha iniziato venerdì la sua visita in Sud Sudan, Paese dell’Africa equatoriale, considerato lo Stato più giovane al mondo. Nel suo appello pronunciato all’interno della Cattedrale di Giuba, la capitale, Bergoglio ha rivolto un accorato appello ai leader affinché siano superate definitivamente la violenza, l’odio etnico e la corruzione. Fenomeni che hanno impedito al Paese di raggiungere la pace e la prosperità che merita.

Il Papa ha condotto la sua visita insieme all’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, leader della Comunione anglicana globale, e a Iain Greenshields, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia. In questo modo sono “coperti” tutti gli orientamenti religiosi professati nello Stato.

Papa Francesco in Sud Sudan, come in Congo folla in delirio per il suo arrivo

Dopo la prima tappa nel Congo Democratico prosegue il viaggio africano di Papa Francesco, che si sposta di qualche migliaio di chilometri a est, in Sud Sudan. Il pontefice è stato accolto da una vera e propria ovazione nel suo tragitto dall’aeroporto di Giuba alla città, con uno sventolio incessante di bandiere del Sud Sudan, del Regno Unito, della Scozia e del Vaticano.

Abbiamo intrapreso questo pellegrinaggio ecumenico di pace dopo aver ascoltato l’appello di un intero popolo che, con grande dignità, piange per la violenza che subisce, la persistente mancanza di sicurezza, la povertà e le catastrofi naturali che ha vissuto

Papa Francesco in Sud Sudan

Il Sud Sudan è diventato ufficialmente indipendente nel 2011 dopo decenni di conflitto con il Sudan, tuttavia la separazione ha generato lo scoppio della guerra civile nel 2013, i cui strascichi si notano ancora oggi sebbene sia in vigore un armistizio siglato nel 2018. Il Paese è ancora afflitto da fame e violenza. Prima del suo arrivo, 27 persone sono state uccise in un conflitto armato tra pastori di bestiame e una milizia locale.

Per Bergoglio “è il momento di alzare la voce contro l’ingiustizia e la prevaricazione“, elementi che i potenti sfruttano per “schiacciare la gente e fare affari sporchi sotto forma di violenza”. Il riferimento, analogo alle parole proferite in Congo, è alla stridente contrapposizione tra l’abbondanza di risorse di cui il Paese dispone e la guerra per accaparrarsele, che ha portato lo Stato alla distruzione e in fondo alla classifica delle nazioni più povere al mondo.

Il Papa è stato poi ricevuto nell’ufficio presidenziale di Salva Kiir, leader del Sud Sudan, dove ha espresso le sue preoccupazioni a una folta delegazione di funzionari e consiglieri. Francesco si era inginocchiato per baciare i piedi dei leader del Sud Sudan nell’aprile del 2019, quando ricevette Kiir in Vaticano. Quest’ultimo ha ricordato con piacere quell’incontro, definendo “proficuo” quel gesto di umiltà che segnò la promessa (poi tradita) di riprendere il dialogo con le forze armate.

Sabato, i tre leader cristiani incontreranno un gruppo di sfollati interni e ascolteranno le loro storie. Domenica il Papa celebrerà la Messa prima di tornare a Roma.