La domanda è sempre quella: come evitare le telefonate moleste che ormai quotidianamente ci raggiungono, nei momenti meno opportuni, a tutte le ore della giornata, sul telefono fisso e sul cellulare? Nonostante dal 27 luglio del 2022 è diventato pienamente operativo il Registro pubblico delle opposizioni contro le chiamate indesiderate, queste non sembrano essere affatto diminuite e anzi, si direbbe che la loro frequenza e insistenza siano addirittura aumentate. Il Registro, infatti, in origine riservato alle sole utenze presenti negli elenchi telefonici pubblici e successivamente esteso a tutti i numeri nazionali riservati, inclusi i cellulari, avrebbe dovuto mettere fine alle telefonate selvagge da parte dei servizi di marketing e pubblicità. Ma a quanto pare le cose non sono andate proprio così. Stando a quanto riportato dal Garante della Privacy, dal 27 luglio a oggi, sono circa 30mila le segnalazioni delle persone iscritte al Registro che dopo due settimane dall’iscrizione, appunto, hanno dichiarato di continuare a ricevere chiamate indesiderate. A quanto pare nei soli mesi di dicembre e gennaio sono arrivate in media 11 mila segnalazioni al mese. Un fenomeno che non accenna ad affievolirsi e che ha portato il Garante per la protezione dei dati personali a creare, già dalla metà dello scorso novembre, una piattaforma per segnalare le telefonate indesiderate. Come cahiers de doléances, il servizio telematico ha preso il posto della segnalazione tramite il modello cartaceo.

Come evitare le telefonate moleste. I “settori” più aggressivi, i numeri e le soluzioni

A riportare criticità è stato anche il Codacons. L’associazione dei consumatori ha infatti fatto sapere che, sui 3,8 milioni di iscritti al registro, oltre la metà, circa 2 milioni di cittadini, continuano a ricevere telefonate commerciali. Ad aumentare in maniera esponenziale sono soprattutto le chiamate con voce automatica provenienti dall’estero con numeri fittizi di capoluoghi italiani. I settori più interessati sono i telefonici e gli energetici, e tra questi due i primi superano di gran lunga i secondi per insistenza. Le sanzioni in materia di telemarketing fatte scattare dal garante ammontano a 73.382.147 euro fino al 2020, ai quali vanno sommati i 37.408.340 euro del 2021 e i 520.000 euro del 2022. “Chi viola il diritto di opposizione, ovvero la mancata osservanza del Registro”, spiega Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali, “incorre in una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 20 milioni di euro o per le imprese, fino al 4 percento del fatturato mondiale totale annuo dell’esercizio precedente, se superiore. Le sanzioni per gli operatori di telemarketing dunque ci sono, ma alcuni esperti sono convinti che alle imprese costi meno pagare le multe piuttosto che tenere aggiornati i database”, conclude Ghiglia. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, pone l’attenzione sul nuovo sondaggio condotto a gennaio che, pur non avendo valore statistico, ha visto la partecipazione di 4751 consumatori e che dà risultati sconfortanti. Se è positivo il fatto che a non essersi ancora iscritto al Registro siano solo il 14,3 percento degli intervistati (681), le risposte rilasciate dai 4070 che invece ne fanno parte sono scoraggianti. Il dato più eclatante è che per il 23,5 percento di loro (958 persone) le chiamate indesiderate sono addirittura aumentate (nella precedente inchiesta di novembre erano 7,6 percento). Per il 36,6 percento degli iscritti al Registro (1488 utenti) sono rimaste le stesse e solo per il 39,9 percento (1624) sono diminuite. “Solo per meno di 4 consumatori su 10 c’è stato un miglioramento. Una situazione intollerabile per la quale urge un nuovo intervento del legislatore. I call center, temendo sanzioni, sono stati cauti per qualche mese dopo l’attivazione del nuovo Registro avvenuta il 27 luglio dello scorso anno. Poi non c’è voluto molto per capire che l’impunità regna ancora sovrana e così ora sono tornati a fare i loro comodi esattamente come prima. Le sanzioni non fioccano e non fioccheranno”, ha detto Dona che ha poi aggiunto di voler chiedere “che la pratica di chiamare a casa gli iscritti al Registro sia considerata per legge come pratica commerciale scorretta, sanzionabile anche dall’Antitrust”.