Continua ad essere alta l’allerta per le manifestazioni dei gruppi anarchici in favore di Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Opera al 41-bis. Diversi i cortei e sit-in in programma oggi in diverse città da nord a sud. A Milano è previsto un presidio davanti al carcere di Opera alle 14.30. Lo steso a Napoli dove ieri è scoppiata una bomba carta in via Monteoliveto davanti la sede centrale delle Poste. Per ora non c’è stata alcuna rivendicazione ma non si esclude possa essersi trattato di un attentato ad opera degli anarchici. Per quanto riguarda Roma, l’appuntamento è invece a piazza Vittorio: dopo gli scontri di sabato scorso con la polizia a Trastevere, dove nel corso dei lanci di oggetti contro le forze dell’ordine un poliziotto è rimasto ferito, oggi saranno schierati mille tra agenti di polizia, carabinieri e della guardia di finanza. L’obiettivo è evitare che si ripeta quanto accaduto il 9 ottobre del 2021 quanto una manifestazione no-vax partita da piazza del Popolo si è conclusa con l’assalto alla sede della Cgil e il corteo dei manifestanti che è giunto nei pressi del parlamento e di Palazzo Chigi.
Anarchici, oggi in programma diverse manifestazioni per chiedere il rilascio di Alfredo Cospito
Mentre sale la tensione per le nuove manifestazioni in programma oggi e nei prossimi giorni, sulle minacce ricevute da politici e funzionari (i sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari sono finiti sotto scorta) da parte degli anarchici, la premier Giorgia Meloni ha lanciato un appello a tutte le forze politiche: “su questi temi dobbiamo essere uniti e ci deve essere responsabilità da parte di tutti”, ha detto. Intanto anche ieri, a Milano, durante un corteo, un cameraman di Mediaset è stato colpito alla testa da un fumogeno lanciato dai manifestanti. Indignazione generale a “La Sapienza” di Roma per la comparsa di volantini con scritto “Chi sono gli assassini di Cospito?” con i volti su sfondo nero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia e del presidente del consiglio Giorgia Meloni. Da parte sua, Alfredo Cospito, da 107 giorni in sciopero della fame come forma di protesta contro il 41-bis, ha espresso la volontà di non essere alimentato artificialmente se le sue condizioni dovessero peggiorare fino a ridurlo ad uno stato di incoscienza. Nessun ripensamento o volontà di tornare indietro: assume solo sale e zucchero e beve molto per tenere attive le facoltà mentali. “Se peggioro non voglio l’alimentazione forzata”, ha fatto sapere Cospito in una nota inviata al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Ieri nel penitenziario milanese di Opera si sono svolti colloqui con l’anarchico 55enne, il suo legale Flavio Rossi Albertini, la presidente del Tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa e la giudice Ornella Anedda. I magistrati, attraverso le relazioni inviate dai medici del centro clinico del carcere, monitorano costantemente le condizioni di salute di Cospito perchè, come è stato spiegato, “è un dovere verificare lo stato di salute di tutti i detenuti e la compatibilità dei parametri clinici con la detenzione”. Negli anni tantissimi detenuti hanno protestato, per vari motivi, con lo strumento dello sciopero della fame, ma l’ “autoinduzione” in condizioni cliniche critiche è sempre stata valutata negativamente dai giudici per un’eventuale concessione di misure alternative o per differimenti della pena da scontare. In ogni caso, qualora fosse necessario, verrà comunque predisposto il trasferimento nell’ospedale collegato al carcere di Opera, ossia il San Paolo. Lo stato di digiuno di un detenuto si può interrompere attraverso l’alimentazione forzata quando la persona è incosciente o quando è stato accertato che quel comportamento deriva da una patologia psichica ma, riguardo quest’ultimo punto, Cospito si è sempre rifiutato di sottoporsi alla prevista visita psichiatrica. Ci sarebbe l’ipotesi estrema del ricorso ad un trattamento sanitario obbligatorio, ma la dichiarazione anticipata di rifiuto all’alimentazione forzata complica di molto le cose.