BOMBA CARTA POSTE NAPOLI – Nel pomeriggio di oggi, venerdì 3 febbraio 2023, a Napoli è esplosa una bomba carta davanti alla sede delle Poste Centrali.

Il clima degli ultimi giorni è piuttosto alterato, e l’attenzione mediatica e social attorno al caso Alfredo Cospito non escluderebbe la pista anarchica.

Bomba carta Poste Napoli, in via Monteoliveto. Ecco cosa è successo

Il Corriere della Sera, ha riportato attorno alle ore 13.15 di oggi, la notizia dell’esplosione di una bomba carta, fuori alla sede delle Poste in via Monteoliveto, a Napoli.

L’ordigno, come riportato, aveva un significativo potenziale, ma fortunatamente non ha provocato feriti o consistenti danni.

Sul posto sono giunti immediatamente i Carabinieri e la Polizia che hanno avviato da subito le indagini, accompagnati dagli artificieri.

I militari stanno in questi minuti vagliando la possibilità che ci ha piazzato la bomba di carta, possa essere stato ripreso da videocamere di sorveglianze delle Posteitaliane, o di altre attività commerciali presenti in zona.

Tra le piste prese in considerazione, non si esclude quella di matrice anarchica, collegata alle polemiche sul caso Cospito. Il terrorista è attualmente in detenzione al regime carcerario 41 bis.

Tra l’altro, non lontano dalla sede delle Poste di Napoli dove è successo il fatto, in via Medina, è presente anche la caserma dei Carabinieri Pastrengo, sede del comando provinciale del capoluogo campano e la sede del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli, in via Sanfelice.

Ciò che fa pensare a un collegamento tra le due cose, è inoltre il fatto che, pochi giorni fa, a poca distanza dall’ingresso di Palazzo di Giustizia di Napoli, era apparsa una scritta sul muretto del centro contro il 41 bis. Con vernice spray qualcuno ha scritto: “41 bis = tortura“.

I due episodi avvenuti con vicinanza a sedi istutizionali direttamente collegate alle indagini, hanno fatto sì che gli inquirenti non possano scartare la pista anarchica da questo ennesimo atto di violenza.

Il caso Cospito e le ultime notizie di questi giorni

Il caso Cospito, continua ad essere alimentato sia mediatamente, sia per le strade d’Italia.

Oggi, il detenuto ha ricevuto la visita di Ilaria Cucchi, incontro avvenuto dopo giorni di polemica in Parlamento.

Da giorni purtroppo, le strade italiane stanno assistendo e vari episodi di violenza: dagli attacchi alle sedi diplomatiche italiane a Barcellona e Berlino, fino all’incendio nel centro di Pescara.

Nel mezzo anche altri avvenimenti sono rimasti dubbi. Ad esempio, a Milano sono state lanciate due molotov contro due auto della Polizia. La stessa cosa è accaduta contro il commissariato Prenestino a Roma. Tali casi, oltre ad essere sicuramente ritenuti atti vandalici, sembrano avere anche precise ritorsioni anarchiche.

Corteo non autorizzato a Roma in solidarietà ad Alfredo Cospito

A Roma, sabato 4 febbraio 2023 si sono verificati degli scontri, dove alcuni manifestanti sono stati fermati. Il corteo non autorizzato è partito da piazza Vittorio e si è diretto verso i quartieri a est della Capitale. A tale evento hanno preso parte Ottocento persone, tra cui gruppi che hanno lanciato bottiglie e fumogeni contro le Forze dell’Ordine, che hanno risposto con cariche di alleggerimento. Tre di questi sono stati fermati e portati in Questura, mentre i feriti sono stati due.

Dal presidio al carcere milanese Opera, c’è chi si è avvicinato alla struttura dove il detenuto continua il suo sciopero della fame per lanciare oggetti. Le proteste in solidarietà dell’anarchico si sono consumate anche a Napoli, Bari e Cagliari.

IL CARCERE UCCIDE“, e “LO STATO TORTURA“, “AL FIANCO DI ALFREDO CONTRO 41 BIS ED ARGASTOLO OSTATIVO“, sostengono alcuni contestatori con degli striscioni.

Alla processione molteplici realtà dell’antagonismo romano, tra centri sociali e collettivi studenteschi, ma anche alcuni esponenti dei No Green Pass. Dai microfoni sono partite accuse alla stampa per aver affiancato il movimento anarchico alla Mafia: “Lottare al fianco di Alfredo significa non volere un mondo che utilizza il carcere per portare sfruttamento e oppressione. Abbiamo urgenza che Alfredo esca da un regime di tortura“, ha dichiarato una delle manifestanti.