Secondo impegno internazionale di giornata per la premier Giorgia Meloni, che dopo la visita in Svezia è volata in Germania per presenziare all’incontro con il cancelliere Olaf Scholz.

Il primo ministro italiano ha ricevuto un’accoglienza di alto livello dagli onori militari nel cortile della Cancelleria. Il picchetto d’onore ha eseguito gli inni nazionali italiano e tedesco, poi i leader hanno dato inizio al bilaterale.

Le nostre nazioni sono legate da un rapporto bilaterale ampio, un partenariato con una forte interconnessione economica e complementare

Giorgia Meloni nella conferenza a Berlino

Incontro Meloni-Scholz, piena condivisione su migranti e Ucraina

Giorgia Meloni, come è andato l’incontro con Olaf Scholz.

Un incontro istituzionale di prestigio per rinforzare l’asse Italia-Germania, che la leader di Palazzo Chigi definisce “fondamentale per il destino dell’Ue sui temi della stretta attualità“. Si può dunque intuire che i due Paesi porteranno visioni pressoché analoghe al Consiglio in programma il prossimo 9-10 gennaio.

Ma quali sono i punti di contatto tra Roma e Berlino? Meloni parla del tema immigrazione, già affrontato a più riprese sia sul versante interno che su quello esterno (recente la visita in Algeria), ricordando i rischi collegati a una gestione superficiale del problema a valle (il traffico di esseri umani, le misure di sicurezza) ma anche a monte, coinvolgendo i Paesi per instaurare una politica di opportunità che scoraggi le numerose partenze. Scholz ha calcato la posizione italiana in materia quando ha rivendicato l’unità europea come unica arma per contrastare un fenomeno in crescita. Al contempo si è soffermato sulla necessità di predisporre vie legali per l’ingresso in Ue di queste persone, ammiccando la questione della mancata domanda in determinati ambiti lavorativi.

L’altro grande tema sul tavolo è quello relativo alla guerra in Ucraina e anche in questo caso c’è la massima coesione. L’Italia, da un lato, ha confermato il sostegno bellico per tutto il 2023; la Germania, dall’altro, ha acconsentito l’invio dei carri armati Leopard 2 e pare in procinto di acquistare altri macchinari dal Qatar per inviarli a Kiev. “Compatti e uniti per sostenere l’autodifesa di Kiev“, così i leader nelle rispettive lingue madri.