Il tema dell’autonomia e del lavoro del governo sul tema agita le acque nella Cgil. Il sindacato, attraversa la nota del segretario confederale Christian Ferrari, dice la sua sulle questioni collegate. Dopo che il disegno di legge quadro Calderoli ha ottenuto il via libera in Consiglio dei Ministri ora rimangono in ballo vari punti per capire le ricadute possibile sulle varie aree tematiche. Nell’occhio del ciclone finiscono la sanità, i trasporti e tutto ciò che è collegato nel rapporto tra Stato e Regioni, a partire dal primo livello di determinazione dei nuovi livelli essenziali delle prestazioni collettive. Diventano molti, dunque, gli aspetti da analizzare.
Per il dirigente sindacale Christian Ferrari “la lettura delle bozze circolate sugli organi di stampa e le stesse dichiarazioni fatte nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri svoltosi ieri, confermano tutte le criticità di fondo del progetto del Governo sull’attuazione dell’art. 116, terzo comma della Costituzione”.
“Non ci sono le risorse necessarie a ridurre i divari esistenti, non si subordina l’iter di approvazione alla definizione delle leggi di principio per le tante, troppe materie di legislazione concorrente che le Regioni vogliono avocare a sé, non si individuano i limiti di unitarietà delle politiche pubbliche strategiche cui le intese non dovranno in nessun caso derogare, non si prevede un adeguato coinvolgimento del Parlamento”.
Autonomia differenziata, Cgil: “Contrasteremo provvedimenti frammentari”
Per quanto riguarda la gestione del settore dell’autonomia differenziata la Cgil interviene quasi a gamba tesa, andando a condannare alcuni elementi contenuti nel decreto. Un tema di discussione riguarda i cosiddetti “livelli essenziali delle prestazioni collettive”. Questi livelli indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono la parte applicativa di questi diritti, oltre a essere un passaggio essenziale per distribuire nella popolazione le prestazioni sociali di natura fondamentale. Servono, inoltre, a garantire il leale svolgimento dei rapporti finanziari fra lo Stato e le Regioni.
“Continueremo a respingere con forza – prosegue Christian Ferrari – ogni ipotesi di riconoscimento di maggiore autonomia ad un qualsiasi territorio che non coniughi, in modo efficace, il valore della prossimità con il superiore principio di solidarietà, che non sia subordinato alla salvaguardia dell’unitarietà dei diritti civili e sociali fondamentali della popolazione e che non escluda materie indisponibili come l’istruzione. La Cgil – avverte – continuerà a contrastare ogni provvedimento che favorisca la frammentazione dei diritti civili e sociali fondamentali, delle politiche pubbliche e della contrattazione collettiva nazionale, e a mobilitarsi per rivendicare interventi e misure volti, invece, a ridurre le drammatiche disuguaglianze esistenti”.