Giovanni Scifoni confessioni su Fosca Innocenti che stanno facendo il giro della rete. A poche ore dall’ultima puntata della seconda stagione dell’amata fiction di Canale 5, infatti, l’attore romano ha rilasciato un’intervista a “Tv Sorrisi e Canzoni” interessante. Confessa di aver sempre interpretato la parte di un buono per via dei suoi lineamenti dolci e che in questa serie con Vanessa Incontrada adora vestire, invece, i panni del mascalzone incallito. Come mai questo cambiamento di rotta artistica? Ecco come lo spiega.
Giovanni Scifoni confessioni su Fosca Innocenti, le dichiarazioni
Ha un’idea precisa l’artista capitolino del perché il regista di “Fosca Innocenti” gli abbia dato quel ruolo e la spiega così:
“Eh sì, comincio anche io a invecchiare! Sono spuntate le prime rughe per cui la mia faccia da bamboccione innocuo comincia a rovinarsi: inizia il decadimento fisico (ride). Così il cattivo mi riesce meglio”.
Un punto di vista inatteso a cui si aggiunge una precisa analisi di cosa “il suo Lapo” voglia da Fosca:
“Lapo è un fuoco di gioventù che dà fastidio. Lavora e scolpisce il ferro, e come ogni artista è abituato a plasmare la materia in modo che essa obbedisca alla sua idea artistica. Ha il medesimo approccio anche con le persone. In più, è uno ricco di famiglia e, come tutti i viziati, ama spesso sfasciare i giocattoli propri e quelli degli altri perché non ha dovuto faticare per averli. Diciamo che è il prototipo di quello che viene considerato oggi il “creativo modaiolo.”
Giovanni Scifoni confessioni su Fosca Innocenti, i vantaggi
Non tutti i mali vengono per nuocere. Lo sottintende lo stesso Scifoni spiegando ai suoi fan che per un attore risulta più stimolante interpretare la parte del cattivo:
“Perché il cattivo ti consente di uscire dall’etica e dalle convenzioni sociali per fare cose al limite della moralità e che, nella vita reale, ti porterebbero rogne e disprezzo degli altri.”
Tra le cose belle di lavorare a questa fiction vestendo questi insoliti panni c’è anche l’ambiente che ha trovato sul set che descrive così:
“È buffo entrare in dinamiche già consolidate, ma io mi sono trovato bene. Per esigenze di copione ho frequentato più l’area del casale e ho avuto a che fare con Vanessa Incontrada, Francesco Arca e Giorgia Trasselli (la tata Bice, ndr). Non è solo una bella squadra di attori, ma di persone straordinarie. Vanessa è rassicurante, ha un tono di voce basso (a differenza di me che quando parlo urlo come un anziano alle prese con le telefonate interurbane) e uno stile d’altri tempi. Francesco, sotto la scorza di maschio alfa, è dolcissimo, si commuove quando parla dei figli, è amico di tutti e affettuoso.”
Sui suoi difetti
Non solo lodi in questo lavoro, però. Scifoni una tiratina d’orecchie la fa ma a sé stesso, quando, nella stessa intervista, rivela di essere un gran pignolo non solo sul set:
“Sono pesante e fiscale solo su alcuni aspetti, mentre su altri sono distratto. Un esempio? Sono maniacale sulla cura dei denti dei miei figli e controllo che li lavino perfettamente tre o quattro volte al giorno, ma se non fanno la doccia per una settimana non me ne accorgo nemmeno.”
Sulla famiglia numerosa
Quando venne ospite di Bussoletti nella giungla di Radio Cusano Campus così descrisse la sua famiglia:
“Io quarto di sei figli e padre di tre non conosco la televisione? Complimenti, oggi sono sessant’anni che esiste questa battuta. Andava festeggiata in qualche modo. Come faccio a fare tante cose con una famiglia numerosa? Faccio male tutto, faccio male anche il matrimonio e cresco male i miei figli.”
Il successo di Giovanni Scifoni si deve anche ad una serie di video sullo smart working che girò e lanciò durante il primo lockdown. Ecco cosa disse in merito sempre nella giungla:
“Quei video del primo lockdown nacquero davvero per caso. S’era fermato tutto, io non avevo più una lira ma, soprattutto, non avevo niente da fare. Mi chiamò un mio amico che è un dirigente di TIM e mi propose in amicizia l’idea. Andrea pensava di poterli dare all’azienda ma poi uscì tutto per cazzi nostri, sui nostri canali social, e fu un successo incredibile. La TIM si magnò le mani e a noi resta il piacere di aver immortalato, con ironia, un momento storico difficile per molti genitori.”
Ecco il podcast dell’intera intervista di Giovanni Scifoni: