La Red Bull contro il nuovo logo della cantina Muggittu Boeli di Mamoiada, in provincia di Nuoro, accusandoli di aver copiato il loro. Il simbolo usato dall’azienda vinicola è secondo la multinazionale austriaca una copia del loro marchio e rischia di generare confusione nei consumatori.

Dal canto loro Peppino e Mattia Muggittu, padre e figlio e titolari della Muggittu Boeli, si difendono affermando di aver concepito il loro logo ispirandosi a simboli dell’attività agricola e di pastorizia sarda, oltre a ricordare il patrimonio storico locale. Proprio il 23enne Mattia è l’ideatore del logo aziendale ed ha fortemente difeso la sua creazione.

“Il nostro logo è un logo frutto della tradizione millenaria della Sardegna, che non ha padroni”.

Il logo della cantina Muggittu Boeli infatti riproduce due buoi, un aratro stilizzato e i simboli circolari incisi sulla stele di Boeli. Proprio quest’ultima rappresenta una peculiarità unica del territorio di Mamoiada e lo stesso nome della stele è stato ripreso nella ragione sociale della ditta.

Si tratta infatti di un megalite risalente all’incirca a 5.500 anni fa rinvenuta solo nel 1997 in seguito a lavori di ristrutturazione in una proprietà privata. Questa stele, dell’altezza di oltre 2,60 m e di larghezza di 2,10 m, è da considerarsi una delle più grandi mai ritrovate al mondo.

La parte anteriore raffigura alcuni motivi di forma concentrica incisi sulla pietra. Se da un lato la presenza dei buoi possa quindi ricordare il logo del colosso Red Bull, proprio la particolare riproduzione delle incisioni della stele, a detta dei titolari dell’azienda sarda, renderebbe inconfondibile il loro marchio.

Anche la posizione degli animali non sarebbe equivoca. Se nel ben noto simbolo della Red Bull i due tori sono in posizione di sfida nell’atto di scontrarsi frontalmente, il marchio della Muggittu Boeli raffigura due buoi, utilizzati in agricoltura per trainare l’aratro, quasi tra loro affiancati.

Red Bull contro logo della cantina Muggittu Boeli: la decisione passa all’Ufficio Brevetti nazionale

Red Bull ha però deciso di contestare la grafica del marchio di Muggittu Boeli nel momento in cui questo è stato depositato all’ufficio brevetti e poi pubblicato nel bollettino nazionale.

A Settembre del 2022 la multinazionale, per voce di un team di legali con sede a Torino, ha fatto pervenire ai titolari della Muggittu Boeli una pec nel quale sosteneva l’uguaglianza con il proprio marchio e ne intimava la rimozione dai prodotti in commercio. Secondo la Red Bull, il logo è facilmente confondibile e si tratterebbe di un mero tentativo di replica non autorizzata con lo scopo di accrescere il proprio nome sfruttando il ben più conosciuto prodotto austriaco.

I Muggittu si sono detti tranquilli e fiduciosi in una risoluzione a loro favore della questione e che chi dovere accerterà che nella realizzazione del loro marchio non ne è stato emulato alcun altro ma solo riprodotto simboli tipici della cultura e della tradizione storica locale.

Sebbene i Muggittu avessero chiarito i motivi che avevano portato alla realizzazione del logo direttamente alla multinazionale contendente, la Red Bull non ha cambiato la propria posizione e già nel Dicembre del 2022 ha presentato una domanda di opposizione alla registrazione del marchio.

Peppino ha sostenuto con forza la loro innocenza e che sebbene la loro sia una piccola azienda da poco lanciata sul mercato non si faranno impaurire dall’azione intentata dalla multinazionale.

“Noi non abbiamo copiato nessuno, raccontiamo il nostro territorio e la nostra storia. Non ci faremo intimidire.”

La decisione ora spetterà all’Ufficio Brevetti nazionale che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi sull’eventuale confondibilità dei simboli.

Nel frattempo, per non incorrere in una vera e propria causa legale, la piccola cantina Muggittu Boeli ha due settimane di tempo per sostenere le proprie ragioni e trovare una conciliazione con Red Bull.

Coldiretti si è immediatamente schierata a supporto della cantina sarda ed è pronta a fornire qualsiasi sostegno per vincere questa controversia.