Roma pusher pentito picchiato. – Questa è la storia di un pusher che stava tentando di abbandonare la via del crimine, dopo averla iniziata a percorrere, per riuscire a garantirsi il crack di cui era dipendente.

L’uomo era un rumeno di 27 anni e aveva smesso di presentarsi nella piazza di spaccio per conto dei due capipiazza; i carnefici, invece, sono due giovani di Tor Bella Monaca, che avevano 23 e 24 anni.

La vicenda è complessa ed è fatta di violenze, vessazioni e denunce della situazione di particolare pericolo subita dall’uomo di 27 anni. Ricostruiamo insieme la vicenda.

Roma pusher pentito picchiato e riceve minacce: l’inizio

La vicenda inizia durante le scorse vacanze natalizie, quando l’uomo di 27 anni, per assicurarsi il crack di cui era dipendente, aveva deciso di assecondare la richiesta dei due ragazzi di spacciare per conto loro.

Nella piazza di spaccio di via Giovanni Battista Scozza, il 29 dicembre, l’uomo aveva concluso la giornata lavorativa, conducendo degli affari per 15 “pallette” contenenti 10 involucri di cocaina-crack. Riesce a ricavarne 3.000 euro netti che vengono restituiti ai capipiazza.

All’uomo, dopo il lavoro, sarebbero dovuti spettare 300 euro, che, tuttavia, non sono mai giunti. A questo punto, il 27 enne decide di recuperare la somma promessa, prendendosi 180 euro, senza l’autorizzazione dei capipiazza.

Roma pusher denuncia i “compagni “

Ma il prezzo non vale la candela e il 27 enne decide di recidere il “rapporto lavorativo” con la coppia dei capipiazza: i due, invece di accettare la decisione dell’uomo, hanno iniziato a rendere la sua vita un vero e proprio incubo, tramite intimidazioni, minacce e vessazioni.

Alle minacce di morte giunte al ragazzo e alla compagna si è aggiunto il pestaggio, subito dopo la promessa di dar fuoco all’appartamento in cui l’uomo e la compagna vivevano. Se non fosse tornato a lavorare per i capipiazza, continuavano, sarebbe stato ucciso.

L’uomo, speventato, è corso a denunciare l’accaduto alla caserma dei carabinieri e ha raccontato precisamente tutto quello che è accaduto nei giorni precedenti: la denuncia è molto precisa e racchiude informazioni puntuali della coppia per la quale l’uomo ha a lungo spacciato, compreso il loro nome.

Ma la denuncia non ferma la violenza dei capipiazza, che, la mattina successiva alla denuncia, pestano l’uomo. In particolare, il 24enne riferisce all’ex pusher che il socio voleva discutere con lui e lo fa salire sulla Smart di colore grigio, con la quale si era recato fino all’appartamento dell’uomo.

Lo conduce fino in via Giovanni Battista Scozza dove ad attenderlo c’era il socio di 23 anni, che inizia, col complice, a pestare duramente l’uomo. Dopo aver duramente colpito il pusher con calci e pugni, rubano all’uomo l’orologio, lo smartphone e anche gli ottata euro che l’uomo aveva con sé.

Il 27enne rumeno riesce poi a scappare e, rintracciata una gazzella dei carabinieri, racconta il pestaggio e la rapina subita dai due giovani.

A quel punto, raccolte le due denunce, i carabinieri riescono a rintracciare i due giovani che volevano obbligarlo a proseguire l’attività di spaccio e che lo avevano rapinato e picchiato.

Capipiazza rintracciati: l’arresto

I capipiazza sono stati rintracciati ai carabinieri della stazione Roma Tor Bella Monaca, in relazione alla vicenda di aggressione ai militari, avvenuto tra la notte fra il 5 e il 6 gennaio. Ha litigato con la fidanzata in strada, infatti, il 23enne, che, insieme al complice, aveva pestato l’ex pusher.

I due fidanzati, infatti, stavano animatamente litigato, quando i militari sono intervenuti per calmare le acque e i due hanno deciso di aggredirli. Hanno dato man forte ai giovani anche alcuni residenti delle case popolari che si affacciavano sulla strada.

Il ragazzo, poi, tentando di darsi alla fuga, ha tentato con una manovra di investire uno dei carabinieri, che è riuscito ad evitare per un soffio il colpo della macchina.

I militari hanno arrestato la coppia e hanno riconosciuto il 23enne denunciato dall’ex-pusher.