Psicologi nelle case di comunità. E’ la proposta di Attilio Fontana, governatore uscente della regione Lombardia e nuovamente in lizza per confermare il suo incarico, rappresentando il centro-destra.

Le case di comunità sono delle strutture “a metà” tra i medici di medicina generale e gli ospedali e, secondo le parole di Fontana, dovrebbero presto poter fornire alla popolazione anche un valido sostegno psicologico.

La decisione, tuttavia, dovrebbe anche riguardare le scuole secondarie di secondo grado, le quali potrebbero ottenere un importante punto di riferimento per i giovani che provino disagio o abbiano bisogno di un aiuto.

Psicologi nelle case di comunità: la decisione di Fontana

Così Fontana parla del suo programma e della sua iniziativa per introdurre gli psicologi nelle case di comunità e nelle scuole: “Introdurremo la rete degli psicologi nelle case di comunità e vorremmo inserirla anche nelle scuole secondarie di secondo grado per avvicinare le persone che iniziano a mostrare segni di disagio.

Vogliamo creare le condizioni perché ci siano per i giovani luoghi d’aggregazione dove possano realizzare quelle che sono le loro ambizioni.”

L’idea è quella di sostenere chi ne abbia bisogno tramite una rete di psicologi, capaci di sostenere i bisogni della popolazione.

Alle sue dichiarazioni si sommano anche quelle di Laura Parolin, presidente dell’ordine degli psicologi della Lombardia: “Accolgo con grande piacere la dichiarazione del presidente Fontana sull’impegno nell’introduzione di una rete di psicologi nelle Case di Comunità così come nelle scuole.

Negli ultimi anni abbiamo lavorato in collaborazione con Regione e con i tavoli della sanità lombarda per arrivare, finalmente, a rendere concreti i Livelli Essenziali di Assistenza psicologica.

La nostra comunità è pronta a fare la sua parte e la domanda dei cittadini è un’evidenza non più discutibile: è tempo di azioni concrete per portare la psicologia sul territorio.”

Solo propaganda elettorale? La replica di Silvia Soldatesca

Silvia Soldatesca, psicologa e candidata al consiglio regionale per la lista Verdi-Sinistra, fa subito sentire la sua voce e accusa il presidente Fontana di interessarsi ad un tema così delicato come quello del sostegno psicologico al cittadino, soltanto nel momento di elezione elettorale. Ad essere evidenziato è il comportamento tenuto da Fontana nei suoi anni di lavoro in Lombardia come governatore:

“Nei cinque anni di governo regionale, non è stato fatto nulla per la realizzazione dello ‘psicologo di cure primarie’ (lo psicologo di base), previsto dal disegno di legge presentato nel 2020 e mai attuato da Regione Lombardia […] Perché si è deciso di far decadere quel progetto? Le parole di Fontana sono pura propaganda elettorale. Prima di ipotizzare l’introduzione di psicologi nelle case di comunità, Fontana dovrebbe spiegarci perché ne ha inaugurate molte senza che ci fosse ancora personale sanitario. La salute fisica e mentale dei lombardi è una cosa seria, non è solo un pretesto per attirare voti.”

Che cosa fa lo psicologo nelle case di comunità?

Si è molto discusso del ruolo dello psicologo all’interno delle case di comunità e della sua importanza. Il direttore sanitario AUSLFE (Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara) Emanuele Ciotti spiega così l’integrazione proposta: ” La risposta è una maggiore integrazione tra Cure Primarie e Salute Mentale perché non c’è salute senza salute mentale.

In questa programmazione strategica si inserisce l’approccio multidisciplinare e integrato (medico di medicina generale, psichiatra, psicologo, infermiere) per la gestione del disagio psichico; percorsi di cura a gradini allineando interventi psicologici di base, interventi medici generali e interventi specialistici di salute mentale; implementazione della prevenzione e dell’intercettazione dei bisogni anche grazie ai nostri infermieri di comunità.

Anche per migliorare la risposta alle problematiche legate alla salute che richiedono un paradigma bio-pscio-sociale, come i disturbi emotivi comuni, correlati emotivi determinati da malattie croniche o da eventi traumatici.”