Il Consiglio dei Ministri approva il ddl sull’autonomia differenziata stilato dal Ministro Roberto Calderoli. Le motivazioni di questa riforma fortemente voluta dal centrodestra – in particolar modo dalla Lega – trovano origine nel 2001 quando fu approvata la riforma del titolo V della Costituzione con apposita riforma costituzionale. La riforma fu messa a terra per modificare l’assetto del governo territoriale e sovvertendo i tradizionali rapporti tra Stato centrale ed enti periferici e, a livello giuridico, aggiunse un comma all’articolo 116 della Costituzione che inquadra l’assetto normativo delle ragioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta) e delle provincie autonomo di Trento e Bolzano. Il terzo comma aggiunse ulteriori forme di autonomia:
possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la regione interessata.
Nessun governo, prima di quello Meloni, aveva mai tentato di attuare il comma tre dell’articolo 116 della Costituzione italiana. Una riforma annunciata in campagna elettorale e prontamente avviata dal Ministro per gli Affari Regionali e per l’Autonomia Calderoli. L’approvazione del ddl non vuole dire che l’autonomia differenziata è attiva fin da subito ma, semplicemnte, che l’iter ha avuto inizio. Ci vorranno dai quattro ai sei mesi prima che il testo approdi in Parlamento prima, infatti, passerà dai Ministri alla conferenza unificata. Solo dopo questo, e dopo i lunghi passaggi tra le due Camere del Parlamento, passerà al vaglio delle Regioni e del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il quale, comunque vada, ha promesso che all’indomani di questo iter non sorgerà un’Italia divisa tra regioni di Serie A e di Serie B.
ddl autonomia differenziata: esultano Meloni e Calderoli
La conferma dell’intento unificatorio di Giorgia Meloni viene confermata dalle dichiarazioni odierne nelle quali mostra contentezza anche, e soprattutto, per la prova di unità ostentata dal suo esecutivo. Così il Premier poco dopo l’approvazione della bozza del ddl autonomia differenzitata:
Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi. La coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola.
Ancor più festante Roberto Calderoli. Il Ministro è stato scelto proprio in quota Lega e proprio per portara avanti, in perseguimento alle istanze del carroccio, la questione dell’autonomia. Battaglia storica del partito di via Bellerio. Le sue parole:
L’Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali. Con il via libera in Consiglio dei ministri inizia ufficialmente il percorso del ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata, è un giorno storico. Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità.