Akira, capolavoro firmato da Katsuhiro Otomo che ha cambiato la percezione dell’animazione giapponese a livello internazionale, torna al cinema a 35 anni dall’uscita.

Akira torna al cinema esattamente 35 anni dopo la prima uscita in una nuova versione in 4K!

Ci sono film che quando arrivano nei cinema non somigliano a niente di ciò che è stato fatto prima, caratteristica che permette a queste pellicole non solo di lasciare un segno indelebile nella storia della Settima Arte, ma anche di cambiare i connotati di quest’ultima in modo radicale.
Akira, film diretto da Katsuhiro Otomo nel 1988, appartiene a questa tipologia di film e, a 35 anni dalla sua prima uscita nelle sale, torna al cinema proprio per veder celebrata la sua fondamentale importanza nello sviluppo del linguaggio cinematografico. Responsabili dell’iniziativa sono Nexo Digital e Dynit che danno appuntamento ai fan italiani in due date-evento nelle quali poter vedere l’opera in una nuova versione rimasterizzata in 4K: il 14 marzo, che vedrà il film proiettato per la prima volta nel nostro paese in lingua originale con sottotitoli in italiano, e il 15 marzo quando, invece, le proiezioni saranno nella versione doppiata in italiano.
L’annuncio ufficiale nel trailer che potete vedere direttamente qui sotto.

Il trailer dell’evento dedicato al ritorno al cinema di Akira.

Akira, torna al cinema il capolavoro che ha fatto conoscere l’animazione giapponese all’Occidente

Una scena di Akira.

La portata della rivoluzione portata dal film di Otomo è riscontrabile in molti modi.
In primo luogo, ci sono i numeri. Akira ha incassato, tra repliche cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro nei suoi 35 anni di vita, tra Oriente e Occidente. Un successo testimoniato e ribadito con forza quando, nel 2013, in occasione delle celebrazioni per il 25mo anniversario della pellicola, l’evento analogo sempre organizzato da Nexo Digital e Dynit, ha raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno, con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano programmato il film.
Alla freddezza delle cifre, tuttavia, è necessario contrapporre un’analisi più approfondita. E allora ecco che Akira rivela la sua anima di gioiello rivoluzionario, anzitutto, per le modalità della sua realizzazione. Con Akira, Otomo diede l’ultimo, grandioso esempio delle potenzialità dell’animazione 2D analogica, senza, cioè, l’ausilio della computer grafica che, da lì a pochi anni, all’inizio del decennio successivo – gli anni Novanta di Toy Story e della Pixar – avrebbe dominato incontrastata il panorama del cinema d’animazione. Tutto ciò che si vede sullo schermo è l’opera artigianale di professionisti che hanno lavorato in modo minuzioso ed estenuante per portare in vita la visione del regista, condensando in poco più di due ore di durata i 120 capitoli del manga originale che Otomo stesso aveva scritto e disegnato dal 20 dicembre del 1982 al 25 giugno del 1990.

Una scena di Akira.

Prima di allora, solo Blade Runner di Ridley Scott – con il quale Akira intrattiene un rapporto molto stretto di affinità e rimandi dal punto di vista tematico: dalla visione distopica e pessimista riguardo al futuro dell’umanità, alla denuncia della corruzione diffusa e connaturata di multinazionali e governi, fino al ruolo della tecnologia, strumento potentissimo che, nelle mani sbagliate, può produrre solo disastri e dolore – era riuscito in un’opera tanto complessa di ‘world building’ [la costruzione di un mondo di finzione vasto e articolato, dotato di coerenza interna e perfettamente riconoscibile agli occhi dello spettatore/fruitore. N.d.r.], integrandola con una struttura narrativa efficace e coinvolgente.
Fu la bellezza delle immagini, unita alla maturità della storia raccontata, a far esplodere il fenomeno degli anime in tutto l’Occidente, Italia compresa. È grazie al film di Otomo se oggi possiamo vedere nei nostri cinema i capolavori dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki, divenuto un nome conosciuto e amato in tutto il mondo, al punto da realizzare cortometraggi di Star Wars in collaborazione con colossi del cinema hollywoodiano come la Lucasfilm.

Una scena di Akira.

È sempre grazie a questo film che festeggia quest’anno il suo 35mo anniversario e alla rispettabilità che ha dato al mondo degli anime in tutto il mondo, se un giovane attore come Michael B. Jordan può fare il suo esordio alla regia in Creed III e dire apertamente di esser stato fortemente influenzato dagli anime.
Un film può essere molte cose: uno spettacolo, innanzitutto; un racconto capace di cambiare la percezione del mondo di chi vi assiste, nel migliore dei casi; un fenomeno in grado di segnare una rivoluzione all’interno e all’esterno del linguaggio che lo ha prodotto. Akira di Katsuhiro Otomo è uno di quei rari casi nella storia del cinema che riesce a essere queste tre cose insieme, e anche di più, e questo è un motivo più che valido per tornare a vederlo – o scoprirlo per la prima volta – in occasione del suo ritorno nelle sale cinematografiche, il 14 e il 15 marzo.

Akira, la trama

Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti, tra cui si distingue la gang dei giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.