A che ora è la fine del mondo? Cantava anni fa Luciano Ligabue nella celebre cover di It’s the End of the World as We Know It (and I Feel Fine) dei REM. Beh, bisognerà aspettare ancora, nonostante titoli allarmistici perché il prossimo 26 gennaio comunque non avverrà la fine del mondo. Ma ci andremo vicini.

L’asteroide ribattezzato “2023 BU2 dagli astronomi però passerà molto vicino al nostro pianeta: “appena” 3.500 chilometri dalla Terra. L’asteroide, che appartiene alla classe “Apollo”, ovvero oggetti potenzialmente pericolosi per la Terra, viaggia a circa 9,3 chilometri al secondo. Si stima che abbia un diametro compreso fra 3,7 e 8,2 metri.

Rassicura il fatto che non colpisca la Terra perché le conseguenze potrebbero essere in effetti catastrofiche. Sarà invece occasione di studio per gli scienziati e di spettacolo per migliaia di appassionati astrofili che se ne staranno col naso in su ad osservare l’evento. 2023 BU sarà osservabile dall’Italia a partire dalle 22 e 17 del 26 gennaio.

L’asteroide 2023 Bu e la pericolosità dei corpi celesti

La scoperta di 2023 BU è recentissima: è stato infatti scoperto dall’ingegnere, costruttore di telescopi e astronomo dilettante russo Gennadij Borisov dall’osservatorio Margo di Nauchnij in Crimea. Borisov aveva già scoperto nel 2019 la cometa interstellare 2I/Borisov, la prima del suo genere finora nota. Ma gli asteroidi possono essere pericolosi? Il pensiero va subito al cratere di Chicxulub, in Messico, dove presumibilmente cadde il meteorite che “uccise” i dinosauri.

Nel 2004 fece molto parlare l’asteroide 99942 Apophis, eloquentemente battezzato col nome del dio del caos egizio: le osservazioni iniziali indicavano una probabilità relativamente alta di collisione con la Terra nel 2029: il 27 dicembre 2004 fu calcolata l’allarmante probabilità d’impatto del 2,7%, ossia di 1 su 37. Fu uno dei pochi asteroidi ad andare oltre il grado zero della Scala Torino (una scala adottata dalla NASA per misurare la pericolosità degli asteroidi) arrivando a quattro. Si studiarono metodi per deviarne la traiettoria, ma poi le osservazioni successive esclusero totalmente l’impatto e  ora Apophis è classificato zero sulla Scala Torino. Apophis era un asteroide di categoria Aten, mentre 2023 BU è un asteroide Apollo: sono le due classi più pericolose. Qualora Apophis avesse impattato avrebbe causato potenzialmente un disastro simile a quello dei dinosauri.

2023 BU è più piccolo, e il suo impatto potenzialmente può essere paragonabile all’asteroide Apollo che cadde sulla città russa di Chelyabinsk il 15 febbraio 2013, che ferì 1.500 persone a causa dei vetri scagliati dall’impatto. Per fortuna questa volta si tratterà solo di uno spettacolo.

Eugenia Tinghi