Una delle piante monumentali parte del patrimonio naturale d’Italia è stata abbattuta per errore. Si tratta della famosa Quercia delle Streghe di Loreto Aprutino, in Abruzzo. Come nel caso dell’orso Juan Carrito, una volta di più non si è riusciti a proteggere un bene naturale prezioso” denunciano WWF e Italia Nostra.

L’incidente è stato causato da una potatura sbagliata. Sempre Secondo le associazioni “anche un bambino avrebbe potuuto prevedere che il grosso ramo sarebbe crollato, dividendo in due il fusto, ed anche un ignorante in materia poteva prevedere che il tronco si sarebbe aperto a metà. L’albero aveva bisogno di un aiuto per la sua vita e non di essere manomesso da una potatura discutibile, concessa per la ‘sicurezza’ umana”.

Così la racconta su Facebook  Alberto Colazilli, presidente del Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio.

“Ebbene, proprio in questi freddi giorni di Gennaio, a ridosso della Giornata della Memoria, la grande Quercia si è schiantata, per colpa del vento, per colpa di una devastante carie interna che aveva completamente divorato il tronco. Solo uno sprazzo di linfa e di legno ancora integro alimentava quello che rimaneva della maestosa chioma. I rami e le branche tutte integre e piene di gemme. Nel 2021 il primo crollo, una sbracatura provocata sempre dalla carie e l’albero non fu più quello di un tempo, scivolando in una lenta, inesorabile agonia.”

“Eh si, alla notizia della morte di questo colosso, l’angoscia ha permeato il mio viso e la mia anima. Lo smarrimento, la perdita di un patriarca… sono stato male… sto ancora male… Un pezzo di storia che finisce. Siamo in un mondo in cui gli alberi monumentali rischiano di morire per colpa dei cambiamenti climatici… e delle nefandezze degli uomini!”.

La quercia delle streghe: un patrimonio naturale antico quattro secoli

Nell’Italia del Sud non sono pochi gli “alberi delle streghe” dove si narrava si tenessero sabba infernali. Il più noto è di sicuro il “noce di Benevento. Tuttavia la Quercia delle Streghe abruzzese era un vero e proprio monumento, con una storia anche recente molto affascinante

“Definita una delle più grandi querce monumentali d’Italia – scrive ancora Colazilli su Facebook -, la Quercia della Streghe di Loreto Aprutino aveva tantissimo da raccontare, oltre 500 anni di vita dicono… forse di più. Tanta memoria storica raccolta in quel tronco possente di quasi 7 metri di circonferenza, un gigante imponente che dominava nel paesaggio come un tempio della vita e della sacralità della terra.

L’albero era completamente cavo e si raccontano tante storie, di come durante la Seconda Guerra Mondiale, nella sua cavità, venivano nascosti viveri e anche partigiani… Una storia unica e affascinante. Come sono state uniche le molte lezioni di educazione ambientale con le scolaresche e le visite guidate con stupefatti turisti, di fronte a tanta sacralità del creato”

La domanda resta: si poteva fare qualcosa? E soprattutto, cosa sta facendo l’Italia per difendere il suo patrimonio forestale? Come nel caso dell’orso Juan Carrito, cosa si può dire della conservazione del patrimonio naturale in Italia? “Gli alberi monumentali rappresentano la nostra storia e non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla loro agonia e sofferenza”.

Eugenia Tinghi