Un incontro diplomatico, della durata di due giorni, fondamentale e strategico per porre le basi per un processo di collaborazione e di sviluppo tra Roma e Algeri.
Sul tavolo della diplomazia, che ha unito le due sponde opposte del Mediterraneo, si è discusso del progetto, basato su un mix di energia come soluzione per la crisi provocata dalla guerra in Ucraina, di collaborazione con i paesi africani per rendere l’italia, un hub energetico per il Mediterraneo.
Il progetto di collaborazione tra Roma e Algeri permette all’Italia di azzerare le forniture di gas russo nell’inverno 2023 / 2024, e creare i presupposti per rendere l’italia, un hub energetico per l’Europa.
Nei primi undici mesi del 2022 Algeri ha esportato verso Roma 21 miliardi di metri cubi di gas naturale; in questo periodo l’import di gas algerino è pari a più del doppio del gas russo, sceso dal 40% del totale ad appena il 16%.
Con il 34% del gas necessario proveniente da Algeri, nel primo semestre del 2022, il nord-Africa è diventato il primo fornitore di gas naturale per l’Italia; a dicembre il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, ha espresso l’impegno con Roma per aumentare le forniture di gas dagli attuali venti ad almeno trentacinque miliardi di metri cubi.
Il piano Mattei per l’Africa non è solo una strategia a carattere prettamente industriale – energetico; l’Italia, grazie al gasdotto del TAP (Trans Adriatic Pipeline), che dalla frontiera tra Grecia e Turchia attraversa l’Albania per arrivare nella costa Adriatica Italiana in provincia di Lecce, al gasdotto Transmed, che garantisce flussi di gas dall’Algeria verso l’Italia, al gasdotto che collega Gela con la Libia, e i vari impianti di rigassificazione, non mira solo all’acquisizione d’importanti quote di gas e GNL da paesi fornitori.
Bensì, attraverso il piano Mattei per l’Africa, l’Italia intende realizzare con l’Algeria una partnership di crescita e sviluppo reciproca, in grado di fondere collaborazione e progresso, in svariati settori strategici, per entrambe le nazioni.
Come confermato dalle parole della premier Meloni, in apertura del Summit, l’Italia intende realizzare con l’Algeria un partenariato che possa consentire a entrambi i paesi di alimentare le proprie prospettive di crescita e sviluppo, in un’ottica di collaborazione tra la sponda Nord e Sud del Mediterraneo; contribuendo, reciprocamente, alla stabilizzazione di un’intera regione, tanto per l’Italia quanto per l’intera Europa, particolarmente strategica.
Che cosa prevede il piano Mattei per l’Africa
Il progetto, che ripercorre le orme del genio italiano Enrico Mattei fondatore di ENI, è stato ideato per rispondere alla crisi energetica che l’invasione russa, ai danni di Kiev, ha prodotto a livello internazionale.
Da molti anni l’Algeria, sede d’importanti investimenti da parte di ENI per l’estrazione e la gestione di giacimenti di gas, è un partner affidabile per l’Italia. Il piano Mattei per l’Africa prevede un progetto di collaborazione, su base paritaria e non colonialista, per affrontare la crisi energetica e le sfide del progresso tecnologico con un atteggiamento di cooperazione basa su tre punti essenziali:
- Diversificazione.
- Cooperazione su base paritaria.
- Posizione nodale dell’Italia.
Prima fase: diversificazione
Il 24 febbraio del 2022 è una data destinata a essere ricordata sia per l’inizio dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina, ma anche come la data nella quale, sotto il peso della crisi energetica, il baricentro geopolitico internazionale si orientava verso un nuovo equilibrio.
Per l’Italia, e per l’intera Europa, con i rapporti diplomatici scesi ai minimi storici con Mosca e non considerando più la Russia come un partner strategico per la fornitura di gas, l’imperativo era di svincolarsi, nel più breve tempo possibile, dalla dipendenza energetica russa e sostituire la quota di gas importato da Mosca con nuovi e affidabili fornitori.
Già nell’estate del 2022, con l’obiettivo di acquisire sul mercato grandi quantità di gas necessario a riempire gli stoccaggi in previsione dell’inverno 2022/2023, l’Italia ha intrapreso una fitta rete di rapporti commerciali internazionali con paesi fornitori di gas.
Nel processo di diversificazione, l’Italia ha puntato sui paesi amici dell’Africa e in particolare con l’Algeria, storico partner di ENI.
Seconda fase: Cooperazione su base paritaria
Eni, la principale compagnia energetica italiana, è presente in Algeria dal 1981 quando il lungimirante intelletto di Enrico Mattei realizzò una cooperazione su base paritaria, e non colonialista, che ha permesso all’Italia e all’Algeria di collaborare attivamente per la ricerca e lo sviluppo energetico.
Alla base di un rapporto cosi solido, che ha portato l’Algeria a essere il principale fornitore di energia per l’Italia e a Eni di essere presente attivamente sul territorio Algerino per la ricerca e gestione dei siti per l’estrazione di gas, c’è proprio il rapporto di cooperazione paritaria. L’Italia non si è mai imposta come una nazione dominante, con fare predatorio e colonialista bensì, con metodi di collaborazione proponendo accordi inter-governativi mirati allo sviluppo bi-laterale.
Con la visita ufficiale della premier Giorgia Meloni e dell’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, i rapporti tra Italia e Algeria sono stati rafforzati, tanto da permettere a Eni, e la sua omologa algerina Sonatrach, di firmare accordi strategici che rendono evidente un percorso comune d’investimenti e progetti per l’approvvigionamento energetico, la transizione energetica e la de-carbonizzazione.
Terza fase: Posizione nodale dell’Italia
La posizione geografica dell’Italia, centrale rispetto al Mediterraneo, permette a Roma di giocare un ruolo chiave nell’approvvigionamento strategico di energia per l’intera Europa; ponendo le basi per rendere l’Italia, un hub energetico europeo.
Con il piano Mattei per l’Africa, l’Italia otterrebbe un duplice beneficio; se da una parte, rafforzare i rapporti di cooperazione nel settore energetico con l’Algeria permette a Roma di svincolarsi dalla dipendenza energetica russa e stringere accordi per l’import di gas da fornitori più affidabili, dall’altro, renderebbe l’Italia un nodo strategico per il transito di energia dall’Africa verso l’Europa; unendo la sponda nord e sud del mediterraneo per lo scambio energetico.
Il piano è visto con favore dalla Germania e dall’Austria, per l’ovvio motivo che sarebbero entrambi paesi destinatari del gas che transiterebbe in Italia, permettendo di dare un’elevata stabilità energetica all’Europa.
L’ampia rete di gasdotti presenti in Italia, necessaria per rispondere alla necessità d’importare gas dall’estero, permetterebbe di far transitare, attraverso la pipe-line nazionale, il gas necessario al fabbisogno europeo.
Potenziamento delle infrastrutture
Per rendere concreto il progetto, che vedrebbe l’Italia un hub energetico per l’Europa, bisognerà investire sul potenziamento delle pipe-line necessarie a far transitare grandi volumi di gas dal sud verso in Italia settentrionale.
Ora il gasdotto Transmed, che collega l’Italia con l’Algeria, non è sfruttato al massimo della sua portata; questo significa che il volume di gas che può essere importato dall’Algeria può ancora essere incrementato.
Tuttavia, secondo le analisi di SNAM rete e gas, l’ampia disponibilità di portata volumetrica offerta dal gasdotto Transmed permetterebbe di far arrivare in Italia un elevato volume di gas che potrebbe essere destinato ai rigassificatori e impianti di stoccaggio. In previsione, di rendere l’Italia un hub energetico per l’intera Europa, bisognerà potenziare le pipe-line necessarie a far transitare gli enormi volumi di gas proveniente dall’Algeria dal sud verso il nord dell’Italia; eliminando la strozzatura presente tra Campania, Abruzzo e Molise, per poi essere distribuito in Europa.
Ampliando i 425 km di pipe-line del gasdotto TAP che collega Sulmona con Bologna, dove a oggi è presente la strozzatura che limita la portata volumetrica del gas, sarà aumentata la capacità di trasporto dal sud verso nord di ulteriori dieci miliardi di metri cubi.
Con un piano di sviluppo industriale, che prevede un investimento pari a un miliardo e trecento milioni di euro d’investimento per aumentare la portata della dorsale adriatica del TAP, Snam rete e gas prevede di uniformare la portata volumetrica di gas lungo tutto il TAP tale da garantire il transito, dal sud verso l’Italia settentrionale, di volumi di gas idonei a rendere Roma un hub energetico europeo.
Sonatrach, un partner storico di Eni
Fondata nel 1963 la Sonatrach, acronimo di “ Società Nazionale per la ricerca, la produzione, il trasporto, la perforazione e la commercializzazione degli idrocarburi “, è la società petrolifera algerina, omologa di Eni.
Con un fatturato superiore ai 39 miliardi di dollari, e più di 200.000 dipendenti, la Sonatrach è una delle principali compagnie petrolifere al mondo.
La partnership tra Italia e Algeria risale al lontano 1981; da allora la collaborazione fondata sulla “cooperazione su base paritaria”, voluta dal fondatore di Eni Enrico Mattei, ha permesso a Eni e Sonatrach un lungo e virtuoso percorso di crescita e sviluppo reciproco.
Sonatrach, anni di sviluppo:
- Il 31 dicembre 1963 è fondata Sonatrach, con sede principale ad Algeri capitale dell’Algeria.
- Nel 1964 Sonatrach investe nella costruzione dell’OZ1, primo oleodotto algerino della lunghezza di 805 Km.
- Nel 1965 l’oleodotto OZ1, a seguito delle perforazioni per l’estrazione del greggio, entra in funzione.
- Nel 1971 Sonatrach avvia la gestione e l’estrazione delle riserve di gas naturale algerino.
- Nel 1981 inizia la partnership con Eni; nello stesso anno entrerà in funzione l’impianto di liquefazione, per il gas naturale, GL2Z con una capacità di ben 13 miliardi di metri cubi/anno.
- Nel 1983, dalla collaborazione tecnica tra Somatrach ed Eni, entra in funzione il gasdotto “Enrico Mattei”; con una capacità volumetrica di 32 miliardi di metri cubi/anno, il gasdotto permette di esportare il gas algerino verso l’Italia e la Slovenia.
- Nel 1996 entra in funzione il gasdotto Africa – Europa per esportare il gas verso la Spagna e il Portogallo.
- Nel 2016 Sonatrach ed Eni firmano nuovi accordi bi-laterali per l’esplorazione off-shore di nuovi giacimenti di gas e petrolio.
- Nel 2018 Sonatrach comunica di aver acquisito la raffineria di Augusta e di tre depositi di carburante di Augusta, Palermo e Napoli.
- A marzo del 2022 Somatrach ed Eni annunciano la scoperta di un nuovo e importante sito di petrolio e gas durante le attività di perforazione del pozzo HDL-1, situato nella concessione di Zemlet el Arbi nel bacino di Berkine.
- A maggio del 2022, l’amministratore delegato di Eni e l’omologo della società Somatrach firmano un importante protocollo d’intessa sulla collaborazione attiva per la de-carbonizzazione; ponendo l’accento sulla necessità d’investire sull’Idrogeno verde.
Italia e Algeria, un mix energetico per il futuro
La collaborazione energetica tra Italia e Algeria si estende anche agli interessi comuni della transizione energetica e della de-carbonizzazione.
Per raggiungere gli interessi comuni nel settore energetico, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato Toufik Hakkar della società omologa Sonatrach, hanno firmato accordi strategici relativi ai futuri progetti bi-laterali in termini di approvvigionamento energetico, transizione energetica e de-carbonizzazione.
Entrambe le società condurranno studi comuni per individuare nuove e più efficienti tecnologie per l’export energetico dall’Algeria verso l’Europa. Tra gli impegni futuri, le due società prevedono investimenti comuni nel settore delle energie rinnovabili, la produzione d’Idrogeno verde, la cattura e lo stoccaggio dell’Anidrite Carbonica e le tecnologie idonee alla riduzione delle emissioni di gas serra.
A margine dell’incontro diplomatico del 22 e 23 gennaio 2023, l’amministratore delegato Descalzi ha commentato:
“La partnership tra Italia e Algeria oggi è ulteriormente rafforzata ed è confermato il ruolo chiave dell’Algeria come uno dei principali fornitori di energia dell’Europa”.
Gianni Truini