Si attendeva solamente il verdetto, arrivato questa mattina: Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, eurodeputati attualmente sospesi, non dispongono più dell’immunità parlamentare nell’ambito del processo Qatargate.

La presidente Roberta Metsola aveva annunciato nelle scorse settimane l’intenzione di accelerare questo processo, su richiesta della magistratura di Bruxelles, e nella sessione plenaria odierna il tema è stato il primo nell’odg a essere esaminato: il voto si è svolto per alzata di mano.

In aula era presente solamente Tarabella, il quale ha dichiarato di aver votato a favore del provvedimento. Il suo nome è comparso abbastanza in fretta nelle indagini, dopo le confessioni iniziali di Antonio Panzeri: nel mirino degli inquirenti ci sono più di 100mila euro sospetti. Cozzolino, al contrario, non era presente a Bruxelles.

Qatargate, Tarabella: “Chiesi all’inizio la revoca dell’immunità”, Cozzolino assente

Al Parlamento Europeo era dunque il grande giorno dedicato alla revoca dell’immunità per Cozzolino e Tarabella, nomi coinvolti nello scandalo di corruzione Qatargate che rimane ferita aperta nella terza istituzione continentale.

Stesso risultato ma diverso trattamento tra i due eurodeputati. Tarabella, politico belga del Pse (i socialisti europei), si è presentato con grande tranquillità alla sessione plenaria, ricostruendo gli ultimi mesi di fuoco.

Sono sereno, quello che dovevo dire l’ho detto

Marc Tarabella, eurodeputato Pse

All’uscita post voto si è poi intrattenuto con i giornalisti a cui ha confessato di “aver chiesto la revoca dell’immunità fin dai primi giorni dello scandalo, con l’obiettivo di essere a disposizione degli inquirenti per rispondere alle loro domande e fare luce sul caso“. Al tempo stesso ha sottolineato “di non aver mai commentato le accuse mosse nei suoi confronti, nonostante una forte tentazione”. Poi il passaggio più significativo, quando dalla sua bocca escono le parole “sono innocente“.

Tuttavia Tarabella non sembra essere l’elemento più atteso dal pool giudiziario guidato da Michel Claise, dal momento che il suo avvocato ha fatto sapere di aver cercato di contattare la Procura senza però ricevere alcuna risposta in cambio. Se non ci saranno aggiornamenti nelle prossime settimane, l’eurodeputato conta di riprendere regolarmente la propria attività. Al contrario, Antonio Cozzolino è stato ascoltato due giorni alla commissione Juri, vale a dire la commissione giuridica interna al Parlamento Europeo, che aveva votato all’unanimità la revoca per entrambi gli eurodeputati.

Eric Van Duyse, portavoce della procura federale, ha dichiarato che è troppo presto per sapere quale sarà la prossima mossa. Da un punto di vista formale la procedura, iniziata a gennaio, non è ancora ufficialmente conclusa: sarà completata quando la decisione verrà formalmente comunicata ai deputati interessati e alle autorità richiedenti.

Come detto in precedenza, Cozzolino ha seguito dall’Italia l’iter e non ha rilasciato dichiarazioni, affidandosi interamente al proprio stuolo di avvocati. I legali hanno commentato le modalità di ufficializzazione della revoca, “appresa dalla stampa in tempi record e con un iter meramente burocratico, senza nessuna discussione sui temi e sugli interrogativi posti in commissione dal nostro assistito“. L’accusa all’Eurocamera è “di aver rinunciato ad affrontare una questione cruciale per la sua stessa autonomia e indipendenza, pur trovandosi al cospetto di una iniziativa giudiziaria che nasce dall’opaca attività di intelligence“.