Dopo Juan Carrito l’Abruzzo perde un altro simbolo e sempre per mano dell’uomo, per errore è stata abbattuta la Quercia delle Streghe. In realtà i due episodi si sono registrati quasi contemporaneamente. La triste notizia della morte dell’Orso più famoso della regione, ma conosciuto praticamente in tutta Italia, ha fatto subito il giro della nazione. L’investimento avvenuto su una superstrada ha costretto gli abruzzesi a dirgli addio. Meno nota ma sempre rilevante, la notizia dell’abbattimento della quercia centenaria, l’albero monumentale e leggendario più grande d’Abruzzo, nota come la Quercia delle Streghe. Uno dei giganti della regione, è crollato. Era l’albero leggendario di Loreto Aprutino, la quercia monumentale più grande della provincia di Pescara. A parlare sono i numeri, l’albero misurava una circonferenza di ben 6,4 metri, per un’altezza di totale – chioma compresa – di 24,20 metri .
Abbattuta la Quercia delle Streghe, aveva oltre 400 anni
Era li da oltre 400 anni, e aveva alle sue spalle una lunga storia e poteva vantare di aver “partecipato” al secondo conflitto mondiale, ma ora non c’è più. La Quercia delle streghe era nota fin dagli anni ’80, documentata nei primi censimenti forestali degli alberi monumentali. Si racconta che avendo il fusto cavo in tempo di guerra vi si nascondevano il grano e altri generi alimentari, a volte anche i partigiani. Attualmente era all’interno del giardino di una villetta di recente costruzione. E secondo quanto emerso, il proprietario del terreno su cui sorgeva aveva chiesto al Comune l’autorizzazione per potarlo. C’è una legge, la 10/2013, che stabilisce che, chi sia proprietario di un albero monumentale non può tagliarlo o potarlo senza chiedere il permesso a diverse autorità: al Comune, ai Carabinieri forestali, alla Regione e al ministero. La valutazione specialistica che ne era seguita aveva concesso la potatura, così, dicono Italia Nostra e Wwf, “l’albero è stato potato dei suoi rami per una parte della sua circonferenza, lasciando solo un enorme ramo, che infine è crollato sulla macchina del proprietario, parcheggiata proprio lì sotto”. Un errore di valutazione, assicurano i più esperti secondo i quali: “anche un bambino avrebbe potuto prevedere che il grosso ramo sarebbe crollato, dividendo in due il fusto, e che il tronco si sarebbe aperto a metà. L’albero aveva bisogno di un aiuto per la sua vita e non di essere manomesso da una potatura discutibile “. Quanto accaduto all’albero monumentale abruzzese sottolinea le difficoltà di protezione del patrimonio naturalistico in Italia. Per legge, la cura delle piante, ancorché di interesse nazionale, è a totale carico di chi possiede i terreni su cui si trovano e spesso i proprietari vedono la loro manutenzione come una spesa inutile. Inoltre, le autorizzazioni ad eseguire tagli e potature sono spesso concesse da enti che, seppure preposti alla tutela del patrimonio naturalistico, non hanno sempre al loro interno dei veri esperti in materia. Il caso della quercia delle streghe, ricordano Italia Nostra e Wwf, non è isolato: “Gli Alberi monumentali sono abbandonati a loro stessi – denunciano le associazioni – Dopo la quercia di Roccamontepiano, abbattuta senza appello nel periodo del lockdown, è necessario attuare strategie concrete di conservazione se non vogliamo continuare a perdere gli alberi monumentali. L’Abruzzo è la seconda regione italiana per quantità di alberi monumentali, che purtroppo stiamo perdendo anno dopo anno.
Una Quercia delle Streghe si trova anche in Toscana
La Quercia delle Streghe abbattuta in Abbruzzo è da non confondere con un’altra altrettanto famosa quercia secolare che si trova in provincia di Lucca. Chiamato sempre nello stesso modo, o anche Farnia delle Streghe, l’albero che si trova in Toscana avrebbe un’età stimata intorno ai 600 anni e si trova nel parco di Villa Carrara, frazione di Capannori, in località San Martino in Colle. Ha un tronco di circonferenza di circa 4 metri, una chioma compresa di oltre 40 metri di diametro e un’altezza che sarebbe intorno ai 24 metri.