Football Club Management è il titolo del momento tra i videogiocatori appassionati di calcio. Come si intuisce dalla traduzione letteraria, si tratta di gestire in prima persona (e con tutte le semplificazioni del caso) un club che gravita nell’ambito dello sport più amato dagli italiani. Una funzione presente anche nel filone Fifa, della EA Sports, dove il “fare carriera” è molto in voga tra i giovani e giovanissimi. Stanno crescendo future classi dirigenziali della Juventus o della Roma? Forse. Intanto quel che è certo è che si tratta di una forma d’intrattenimento che piace tanto e che, di conseguenza, genera alti profitti a chi la commercializza. Ecco perché questo videogame rischia di arrivare in cima alle vendite.
Football Club Management, le caratteristiche
La prima regola per conquistare una fetta di un mercato già saturo è quella di individuare una nicchia inesplorata e, come spiega il blog di settore La Tana del Cobra, questo titolo lo fa:
“Il gioco ha una premessa interessantissima: ci mette infatti nel ruolo del direttore sportivo, e non dell’allenatore. Questo significa che non avremo modo di controllare direttamente la selezione dei giocatori per la partita se non scavalcando l’allenatore (cosa che giustamente lo farà infuriare, con le risultanti conseguenze), o scegliere l’allenamento o gestire direttamente le finanze. Dovremo soprattutto operare sul mercato, fare scelte pubblicitarie, gestire le infrastrutture del club e parlare con la stampa.”
Tra contratti da rinnovare, campagna acquisti da portare avanti e futuro da impostare, la parte più accattivante di questo videogioco di calcio è senza dubbio la visione delle azioni, che ha una resa sicuramente piacevole e che offre una varietà di situazioni incredibile. La grafica ricorda moltissimo quel “Kick Off” che negli anni ottanta e novanta stregò i boomer (o meglio quelli della Generazione X) e che ha effetto nostalgia tra i padri che giocheranno a questo videogame con i figli. Non a caso è ancora tra i più gettonati dei retrogames.
Football Club Management, i limiti
Anche se il passaparola sta andando forte, gli esperti non sono concordi nel pensare che Fifa sia in pericolo. La ragione sta in alcuni limiti individuati sempre dalla Tana del Cobra:
“La maggior parte delle azioni che possiamo fare per incidere in modo sensibile sulla squadra sono poi legate ad una moneta in gioco. Se ne veniamo dotati in quantità decente ad inizio partita e ne riceviamo un tot al mese (di gioco) e dopo ogni vittoria, ha veramente poco senso caricare sul nostro conto personale costi teoricamente legati al club. È il modo di far cassa di “Football Club Management 23: il gioco” si dichiara infatti gratuito, ma per poter accedere alle funzionalità più avanzate o cambiare un brutto andazzo di risultati occorre questa moneta, acquistabile con soldi veri. Se da una parte, come detto, FCM23 ci fornisce un tot di questi soldi ogni mese, è semplice calcolare come questi si esauriranno prestissimo visti i costi di impiego.”
In pratica Fifa costa circa 60 euro ma poi non sono previste altre spese mentre in questo caso si inizia gratis ma poi l’esborso è molto probabile, ancor più se si ambisce a vincere qualche trofeo.
Resta il gusto di indossare i panni non di un Luciano Spalletti o Josè Mourinho ma di un Marotta o Pinto. Questa strada intrapresa è senza dubbio una novità assoluta in un genere dove le innovazioni sono rare. Chissà che, alla lunga, sistemando quei difetti sottolineati dagli esperti recensori, alla casa madre della EA Sporta non debbano iniziare ad avere paura. Chi vivrà (di calcio) vedrà ma quel che è certo è che questa concorrenza inaspettata dovrà obbligare il settore, un po’ stantio, a darsi da fare per convincere i ragazzi.