La protesta a favore di Alfredo Cospito, l’ex anarchico detenuto a Opera, non si placa. La minaccia del giorno arriva attraverso una telefonata anonima alla portineria de Il Resto del Carlino in via Mattei. “A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito”, sono queste le parole dello sconosciuto che ha telefonato al quotidiano. Sul posto è intervenuta subito la Digos che ora sta indagando per cercare di individuare il luogo dal quale è partita la chiamata. Nella giornata di ieri, sempre al Carlino, è arrivata anche una lettera contro la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto. La missiva recitava:
In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti.
Ovviamente, anche in questo caso, rimane sconosciuta l’identità dell’autore.
La protesta di Alfredo Cospito divide la politica
Il caso dell’ex anarchico da mesi in sciopero della fame per protesta contro il 41 bis divide letteralmente la politica. Da una parte c’è chi difende Cospito, come ad esempio Emily Clancy, numero due di Palazzo d’Accursio, che ha pubblicamente aderito all’appello sottoscritto e lanciato da diversi intellettuali perché il ministro della Giustizia intervenisse a favore del condannato all’ergastolo.
Clancy ha ricordato anche che:
La storia giudiziaria di Cospito presenta molte anomalie e per diversi aspetti è ancora sub iudice. Su questi aspetti ci si confronterà con i tempi e nelle sedi adeguate. Ma come recita l’appello che ho scelto di firmare ‘oggi l’urgenza è un’altra. Cospito rischia seriamente di morire. Può essere questione di settimane o, addirittura, di giorni. E l’urgenza è quella di salvare una vita e di non rendersi corresponsabili, anche con il silenzio, di una morte evitabile.
Poi c’è chi condanna fermamente le richieste di Cospito. Tra questi spiccano Giorgia Meloni, Roberto Fontana e Silvio Berlusconi. Tutti sono concordi sul fatto che non bisogna cedere alle minacce del detenuto.