L’incontro alla Casa Bianca tra il presidente degli Usa Joe Biden e lo speaker della Camera Kevin McCarthy si è concluso alle 15:46 ora di Washington (le 21,46 in Italia). Era cominciato alle 15:17. Lo riporta il pool di giornalisti al seguito di Biden. Al centro dei colloqui il superamento del tetto del debito, già raggiunto, per evitare la bancarotta dei conti pubblici. Un colloquio, viene riferito, veloce e probabilmente infruttuoso: difficile pensare che le due alte cariche dello stato abbiano trovato una ricetta capace di salvare gli Usa dal default in così poco tempo. Anche perché la preparazione a questo incontro è stata piuttosto difficoltà e premonitrice di disfatta. Lo spekar – scrive l’AGI – dichiara comunque di voler continuare il dialogo con Biden.

Biden vede McCarthy ma è nulla di fatto

la Casa Bianca ha detto che Biden e McCarthy si sarebbero visti per discutere di “vari temi” ma, in realtà, sappiamo bene che l’incontro avviene nel mezzo dello stallo politico tra i due partiti riguardo a come alzare il tetto del debito pubblico. I repubblicani continuano ad insistere su un non meglio precisato taglio alla spesa in cambio del sostegno alla ricetta democratica i quali hanno ribadito che non permetteranno che i debiti dello Stato diventino un fardello per milioni di americani. Biden non vuole che la materia sia oggetto di un negoziato con il partito rivale.

Il punto è che McCarthy si è presentato armato di minacce ma non di un vero e proprio piano. Il repubblicano californiano ha visto l’invito della Casa Bianca come una vittoria personale e, dopo la sofferta nomina di speaker, come la prima occasione di accentramento politico e mediatico. Sa bene il peso che il partito ha anche alla luce della maggioranza numerica e vuole farla valere, anche tirandola per le lunghe, ai danni del presidente. Biden non vuole sottostare ad alcun gioco di questo tipo ed ha ha fatto sapere che chiederà allo speaker della Camera di “attenersi al roccioso principio che gli Stati Uniti non andranno mai in default” e di presentare un piano chiaro per ridurre il deficit. Piano che al momento, McCarthy e quidi il Partito Repubblicano, non sembra esserci. Al vertice ci si è preparati più come se si dovesse preparare un campo di guerra piuttosto che un tavolo di lavoro. Da una parte Biden ha inoltrato agli uffici dello speaker una lunga lettera di “chiamata alla responsabilità” dall’altra, il secondo, ha risposto con un secco tweet di 22 parole: “Signor Presidente: ho ricevuto la nota del suo staff. Non m’interessano i giochi politici, vengo per negoziare per il popolo americano”. Non proprio un buon inizio. Eppure McCarthy sta sottoponendo, paradossalmente, il popolo americano ad un grande rischio. Ma incurante dichiara ai media americani: “E’ irresponsabile – ha commentato – che il leader di un mondo libero dica che non negozierà”. Ma i repubblicani vogliono farlo puntando una pistola addosso al presidente: o accetta le loro condizioni, o non daranno l’appoggio per sfondare il tetto del debito. I conservatori chiedono un cambiamento strutturale”.

La natura dello stallo

Il tempo sta per scadere. La natura dello stallo nasce intorno al tetto al debito: c’è una soglia oltre la quale non si può andare e che, secondo il segretario al Tesoro Janet Yellen, è stato raggiunto a gennaio a sopra i 31 mila miliardi. Occorre un cambio di passo e deve nascere da una quadra alla Camera. Anche perché se non dovesse essere alzato il limite al debito allora si dovrebbero trovare i soldi per pagare: quest’anno servirebbero 1500 miliardi, che diventerebbero 14 mila nei prossimi dieci anni. Numeri che – spiega l’AGI – superano la spesa per la sola Difesa nello stesso periodo di tempo. Se gli Usa dovessero andare in default, le conseguenze sarebbero devastanti, sia dal punto di vista finanziario, con la svalutazione del dollaro, sia per l’economia. Finora non è mai successo.