Sanremo è la città del Festival che da decenni tiene incollati alla televisione milione di italiani per quasi una settimana. Sarà così anche quest’anno, ma dopo aver seguito Amadeus per setteseresette si potranno cominciare le celebrazioni del centenario della nascita di uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, Italo Calvino. Non era nato nella città ligure, ma a Cuba il 15 ottobre del ’23 e da lì si era trasferito in Liguria all’età di due anni. A chi gli chiedeva il suo luogo di nascita rispondeva secco: “Sanremo”. E’ cresciuto tra piante, fiori e libri nella città dove lavorava il padre Mario a cui è intitolato il lungomare. E’ lì che ha conosciuto il coetaneo Eugenio Scalfari.
Italo Calvino, il centenario della nascita del grande scrittore per ora quasi dimenticato
Al momento il centenario è passato quasi inosservato ma il tempo c’è per rimediare. Ci penseranno anche le città dove ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita, Castiglione della Pescaia e Siena, ad organizzare iniziative di valore? Crediamo di sì. Calvino venne colto da un ictus il 6 settembre dell’85, a sessantuno anni, nella sua nella casa di Roccamare, nel comune di Castiglione della Pescaia. Ricoverato in un primo momento a Grosseto, a causa delle condizioni critiche, viene trasferito all’ospedale Santa Maria della Scala di Siena per essere sottoposto a un’operazione al cervello. Riprende parzialmente conoscenza tanto da fargli pronunciare una frase che è rimasta epica: “Non so che cosa mi è successo ma dall’atmosfera che respiro credo di essere a Siena”. Calvino muore il 19 settembre, a pochi giorni dal ricovero, ma i suoi pensieri non hanno tempo. Ecco uno di questi contenuto nel libro Le Città Invisibili: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Voi quale strada scegliete?
Stefano Bisi