Zaniolo tende la mano. “Mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma”. Sono parole scritte da Zaniolo, forse a voler stemperare i toni di una vicenda che ha toccato picchi alti di tensione negli ultimi giorni. Arriva in serata, a poche ore dalla partita di coppa Italia che la Roma sarà impegnata a giocare contro la Cremonese per i quarti di finale, il colpo di scena della vicenda che sta tenendo banco in casa giallorossa ormai da diverso tempo. Zaniolo, che ha usufruito di 48 ore di permesso per andare dai genitori a La Spezia, dopo tutte le vicende vissute nel week end, era atteso di ritorno a Trigoria ma c’era chi ipotizzava che avrebbe prolungato la permanenza a casa. In serata invece il colpo di scena, o più una mossa ragionata visto che il mercato non gli ha dato quello che voleva e quindi sarà costretto, lui come la Roma, a vivere da separato in casa fino a giugno. Le motivazioni per l’invio della missiva alla Roma, da parte di Zaniolo con una lettera consegnata all’ANSA possono essere molte. Soprattutto dopo che in giornata era filtrata l’indiscrezione secondo cui giocatore ed entourage stavano studiando la possibilità di una causa alla società. Insomma, sarà stata fatta per placare gli animi o per avere una sorta di speranza di non perdere il campo, da qui a giugno o anche per, come ha detto lui nella lettera, tendere una mano nei confronti della società e magari vedere come si mettono le cose rimanendo ‘co l’attenzione alta’. Fatto sta che Zaniolo ha deciso, almeno per il momento, di stabilire una tregua.
Zaniolo lettera alla Roma, sono a disposizione della ‘famiglia’
“Sono state dette e scritte cose non vere. Tendo la mia mano e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma”. Sono le parole del calciatore affidate alla sua missiva. “In queste ultime settimane sono state dette e scritte molte cose che mi riguardano – si legge nella lettera – e parecchie non sono veritiere”. Poi il tentativo di stabilire quanto meno una tregua con l’ambiente. “Sono arrivato a Roma da sconosciuto e Roma e i romanisti mi hanno accolto come uno di loro. Mi hanno trasmesso fiducia, coraggio e affetto nei momenti terribili e bui degli infortuni”. Si appella ai dolci ricordi recenti. “A Tirana, con quel gol, sentivo di aver ricambiato tutto ciò che avevo ricevuto, contribuendo a regalare una gioia indimenticabile a tutti i romanisti”. E poi ancora: “A 23 anni ho vissuto esperienze che molti miei colleghi non vivono in un’intera carriera: cadere, rialzarsi, cadere di nuovo, rialzarsi ancora, vincere. In questi ultimi mesi ho attraversato un periodo delicato, in cui risultava difficile capire quale sarebbe stato il mio futuro professionale”. “ Mi sono però sempre impegnato sul campo – garantisce poi – e in allenamento con la massima professionalità”.
Zaniolo, le minacce? mi sono sentito abbandonato
E su quanto avvenuto domenica notte e sulle minacce ricevute ha scritto: “Per la prima volta in questi giorni ho avuto paura, per me e per la mia famiglia, e mi sono sentito abbandonato”. Dice probabilmente avendo sentito lontana la società per cui lui stesso qualche settimana prima non si era messo a disposizione per il campo. “Non mi era mai successo – conclude – e mi sono spaventato molto. Il futuro è nelle nostre mani: io tendo la mia e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma”. Firmato, Nicolò Zaniolo. Ora la palla passa in mano alla società che dirà la sua sulla vicenda. Così come Mourinho, impegnato con la squadra stasera in coppa Italia non potrà esimersi dal rispondere alla mano tesa da Zaniolo. Il problema più grande probabilmente per il giocatore non sarà convincere il mister a rimetterlo in campo, ma chiedere ai compagni (quelli che ultimamente non avevano gradito il suo atteggiamento e non sono pochi), di accoglierlo di nuovo nel gruppo senza troppi mugugni. Oltre ai tifosi a cui potrebbe non bastare una lettera, per altro senza scuse.