In vista del Consiglio Europeo straordinario di settimana prossima, l’Italia, attraverso un “non paper”, ha chiesto lo sviluppo di “corridoi umanitari europei per i migranti, coordinati e finanziati dalla Commissione Europea, come modo per garantire un accesso sicuro e legale all’Europa alle persone vulnerabili, combattendo al contempo il traffico di esseri umani”.

Migranti, la richiesta dell’Italia all’Eu

Nel “non paper” inviato a Bruxelles, l’Italia chiede anche “miglioramenti significativi” per gestire al meglio i corridoi umanitari. Nel documento non ufficiale si legge:

Siamo convinti che schemi nazionali specifici per la concessione ben monitorata di permessi di lavoro o visti di studio potrebbero essere straordinariamente efficaci per incentivare la cooperazione dei Paesi terzi. Il Consiglio Ue dovrebbe chiedere una rapida attuazione dell’iniziativa della Commissione Europea sulla promozione di una più stretta cooperazione” tra gli Stati, anche quando si tratta di operazioni condotte da navi private, come mercantili e ong, battenti bandiera di Stati membri e Paesi associati.

Il testo poi prosegue:

Poiché la maggior parte di queste attività comporta una cooperazione transfrontaliera con Paesi diversi dagli Stati di bandiera delle navi, un quadro generale di linee guida concordate faciliterebbe la cooperazione. Tuttavia, per essere efficaci, richiedono miglioramenti significativi rispetto al meccanismo volontario, che è ancora lontano dall’essere pienamente attuato. Tuttavia, per essere efficaci, richiedono miglioramenti significativi rispetto al meccanismo volontario, che è ancora lontano dall’essere pienamente attuato,

Cos’è un “non paper”?

Il “non paper” è una proposta informale di accordo, in particolare all’interno del Consiglio dei ministri dell’Unione Europea. Il suo scopo è “testare” la reazione dei vari membri dell’Unione senza necessariamente esporsi in pubblico. Uno stato membro desideroso di proporre un nuovo tipo di regolamento, ad esempio, potrebbe decidere di far circolare un “non paper” tra i vari stati membri prima di rivelare pubblicamente la sua proposta, così da prevenire eventuali critiche.